È la Luce l’Arte di Palmalisa Zantedeschi, o meglio la ricerca della Luce che in tutto giace, che in tutto arriva e che tutto muove. Il cinetismo prodotto da quella Luce, è il linguaggio materico espresso dalla Zantedeschi che da al contempo la cifra del suo stile, assolutamente originale, unico, dove Lei lavora sull’essenzialità della Pietra.
Pietra che è Energia, pura Energia.
Esiste un filo sottile invisibile che unisce da sempre l’Artista alla sua Opera, è lo stesso filo che unisce l’Etica all’Estetica, in Palmalisa Zantedeschi in realtà, non ‘è solo ‘un filo” ma è la trama stessa su cui è intessuta tutta la sua arte, il suo pensiero filosofico, la sua stessa esistenza.
Un’esistenza votata al creato, alla contemplazione e all’ascolto dell’Alto e dell’Altro, il cui amore per la materia prima:
la Terra-Pietra,
è stato in primis dettato dalla montagna e dalla famiglia, di cui è figlia devota della prima e della seconda erede di tre generazioni di scultori. Grande scuola di sacrificio di abnegazione solitaria contro i propri limiti, fino a superarli, senza clamori , senza chiasso, senza ego.
Un percorso ameno al limite dell’insensatezza a volte, per i piu’, sempre alla ricerca di quella Luce.
Laddove molti la mettono tacere, dicendo: “si metta una Pietra sopra”, Palmalisa Zantedeschi, apre quella Pietra, cerca quella Luce, nella consapevolezza ispirata che solo in quella Luce si possa camminare, cercare, ritrovare, la sola, la Madre, la Verita’. (Antonella Ventura settembre2019)