DUE VECCHIE MODELLE PASSATE ALLA STORIA

Rodin, A. L’elmettaia, Museo Rodin, Parigi

Il mondo delle modelle e modelli di artista è una pagina affascinante della storia dell’arte, ricca di possibilità e modi di esprimersi: per entrare nella professione e mestiere veri e propri della modella e del modello, e senza passare per la Frine di Prassitele o per le affascinanti prostitute e giovani mignon di Caravaggio, bisogna arrestarsi nella Roma dei primi anni del 1800 e assisterne alla nascita ed evoluzione e per seguirne l’apoteosi vera e propria trasferirsi a Parigi prima di tutto e poi a Londra, nelle ultime decadi del 1800. Qui si parla del successo di due di queste modelle, ciociare, che sono passate alla storia malgrado l’età e la ‘bruttezza’! Della prima che incontriamo a Parigi alla fine del secolo, conosciamo il nome Maria Caira, nata il 1796 ad Atina e che verso il 1880, aveva circa 90 anni fu ‘scoperta’ dallo scultore Jules Desbois che la fece protagonista di una scultura dal titolo ‘La morte e il boscaiolo’ il cui terribile realismo, la vecchia cadente e nuda che impersonava la morte, suscitò scalpore e repulsione quando fu presentata ad una esposizione. Qualche anno più tardi l’artista ripropose la medesima modella in una scultura a sé dal titolo ‘La Misère’ e questa volta la nudità e il degrado fisico della vecchia non suscitarono clamori. Il soggetto attirò l’attenzione anche del grande Rodin che ne fece un’opera che pure ebbe altissimo consenso, la ’Elmettaia’ e il medesimo soggetto del corpo cadente e in disfacimento della donna risvegliò fortemente la sensibilità anche della scultrice Camille Claudel che la ripropose in due opere straordinarie, di cui una, ‘Clotho’ -una delle tre parche della mitologia greca- impressionò enormemente per la possanza della resa e per il soggetto fuori del comune. A un giornalista che lo intervistava a proposito della sua ‘brutta’ ‘Elmettaia’ Rodin ricordò che in natura non esiste il ‘bello’ o il ‘brutto’ perché tutto quanto la natura crea e mette in mostra è ‘bello’ o ‘brutto’ a seconda di come lo spettatore lo vede: i canoni e criteri che rendono apparentemente qualcosa bello o brutto sono i medesimi, è la loro presentazione all’occhio umano che è differente: è la medesima riflessione di quell’altro Grande che qualche secolo prima aveva affermato che non esiste il ‘bene’ o il ‘ male’ perché è il pensiero di ognuno che decide quale l’uno, quale l’altro!

Una seconda vecchia, meno cadente di Maria, ma parimenti ‘brutta’ la incontriamo agli inizi dell’800 a Sonnino, all’epoca terra di briganti e di fuorilegge, spietatamente perseguitati sia dai soldati napoleonici e sia successivamente dalla caccia feroce dei gendarmi pontifici preoccupati del giubileo del 1825. Agli inizi del 1800 parecchi di questi masnadieri erano visibili nel carcere di Roma come pure le loro donne che si muovevano attorno, nei loro vestiti sgargianti di colori e i giovani pittori specie francesi è qui che ne appresero la presenza e notevole fu la loro attrazione per questi personaggi, i briganti!, come pure per le donne in quelle vestiture. E perciò la volontà di andare nei luoghi di origine, a Sonnino e adiacenze, e ritrarli. E nacque un genere pittorico mai visto prima nella storia dell’arte e cioè i briganti e gli umili contadini, gli ultimi della società, messi in primo piano, soggetti principali di un dipinto ed esposti nelle grandi esposizioni pubbliche europee: era nata la pittura di genere all’italiana. E il successo fu enorme! E qui l’attenzione va rivolta in particolare verso la immagine di una vecchia che vediamo da sola in qualche ritratto o più spesso, assieme ad altre donne; in particolare la vediamo assieme a due giovani belle ragazze in costume e lei, la vecchia, legge la mano o tiene le carte, quindi apparentemente una cartomante e chiromante. Si conoscono almeno dieci dipinti che ritraggono questa vecchia in vari contesti e recano le firme di prestigiosi artisti dell’epoca: H.Vernet, F.J.Navez, V.J.Schnetz, L.Cogniet e poi di T.Géricault al quale ultimamente è stato attribuito lo splendido ritratto di questa vecchia prima di allora ritenuto di Schnetz. Dei briganti, della umanità in quei vestiti e in quelle calzature, apparsi per la prima volta sul palco della storia, si fece fervente divulgatore in special modo un giovane pittore elvetico Louis L.Robert che grazie alle sue opere li fece conoscere a Parigi e quindi in Europa; è a lui che si deve la iconografia del ‘brigante’ ciociaro quale oggi la si conosce ovunque nel mondo.

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