Roberto Castello in Mozambico per progetto cooperazione culturale + prossime date MBIRA

Dopo aver portato un po’ d’Africa in Italia con la creazione di “Mbira”, dal 19 al 26 novembre Roberto Castello porterà la danza italiana in Africa, Mozambico proseguendo così un percorso che vede l’arte coreografica come linguaggio ideale per abbattere o almeno indebolire confini culturali.  Nell’ambito di un progetto di cooperazione promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali presenterà alla Kinani International Contemporary Dance Platform lo spettacolo “In girum imus nocte et consumimur igni”, un laboratorio per gli artisti locali e raccoglierà, con il giornalista Graziano Graziani, materiale per una produzione audiovisiva.

Roberto Castello prosegue la rotta verso l’Africa. Dopo il tour – manifesto per la “buona accoglienza culturale” di “Mbira”, sua ultima creazione, in scena a Milano e Roma nelle ultime settimane (e oggetto di un servizio televisivo a cura di Save the date, che andrà in onda anche su Rai3 il 19 novembre, alle 01.00 circa) Castello ribalta il punto di vista recandosi in Africa con ALDES, la sua compagnia, per presentare un pezzo di danza contemporanea italiana al pubblico e gli artisti locali di Maputo, in Mozambico. Sarà infatti ospite, dal 19 al 26 novembre della Kinani International Contemporary Dance Platform, dove il 20 novembre andrà in scena “In girum imus nocte et consumiur igni” (in tour internazionale dal 2017 e che dopo Seoul, in Corea, Montpellier, in Francia e questa tappa africana sarà ad Arezzo per Invito di Sosta l’8 dicembre e al Teatro Bellini di Napoli, il 14 e 15 dicembre). Dal 22 al 26 novembre è previsto inoltre un workshop dedicato agli artisti del luogo. L’operazione si svolge nell’ambito di un progetto di cooperazione culturale promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Scopo del progetto, oltre a quello di presentare un‘opera italiana in una delle principali piattaforme di danza contemporanea dell’Africa australe è quello di conoscere la scena della danza contemporanea africana perché, a differenza di quanto suggerisce l’immaginario comune su un paese che si vuole sottosviluppato non solo dal punto di vista economico la vita artistica di alcune città africane è estremamente ricca e interessante. È animata da giovani, figli di una classe colta e cosmopolita, che spesso ha la possibilità di viaggiare e integrare la propria formazione in Europa e USA, in Cina e in India. L’idea di questa visita è quindi quella di prendere parte ad una scena vivace, già frequentata da altri paesi europei (e meno dall’Italia, fino ad ora), per stabilire spazi di collaborazione e scambio. Per questa ragione Castello ha deciso di farsi accompagnare da Graziano Graziani, scrittore, giornalista, documentarista e conduttore radiofonico: il soggiorno prevede infatti la raccolta di materiali audiovisivi per approfondire in seguito le basi di questo primo incontro e condividere con il pubblico e i programmatori italiani una scena artistica tanto lontana quanto meritevole di attenzione.

“Mbira”, realizzato in coproduzione con il Teatro della Cooperativa di Milano, con il sostegno di Mibact, Regione Toscana, Romaeuropa, con la partnership della rivista Nigrizia e che sarà al Teatro della Tosse di Genova per Resistere e Creare il 3 dicembre, al Teatro Toselli di Cuneo il 19 dicembre, e ai Cantieri Teatrali Koreja di Lecce il 21 di dicembre offre svariati spunti di riflessione sul nostro rapporto con l’Africa e con le culture che non conosciamo ed è un’altra maniera di guardare allo stesso tema che si intende sviluppare con il progetto in Mozambico. Tema caro a Castello fin dalle origini della sua carriera, negli anni ’80, e che continua a frequentare attraverso la sua “danza critica”, come è stata definita da Attilio Scarpellini: la necessità di indebolire le etichette, i confini culturali, che si tratti di quelli fra la danza e il teatro o di quelli le culture di diversi paesi, i cui confini geografici sono mere convenzioni anche se una certa politica italiana, oggi, tenta in tutte le maniere di dimostrare il contrario. Argomento quindi particolarmente attuale che Castello, negli ultimi anni, ha trattato anche con i progetti di cooperazione culturale con il Libano e la Palestina sostenuti dal MIBACT e dal MAE e con il Bando Migrarti. Gli esiti positivi di queste esperienze del 2018 hanno portato a queste nuove tappe incentrate sull’Africa.

Dice Roberto Castello, di ritorno dalla Francia e subito in partenza per il Mozambico: “Sono particolarmente felice di questo momento di lavoro, dell’invito ricevuto dal Théâtre des 13 vents di Montpellier, centro dedicato alla drammaturgia e non alla coreografia, ai Rencontres des arts de la scène en Méditérranées, della scorsa settimana, invito che è un ottimo esempio del possibile superamento della distinzione tra danza e teatro, segno che alcune categorie, nello specifico quelle fra danze e teatro possono essere felicemente abbattute. Le categorie apparentemente ci fanno sentire tranquilli in pratica impoveriscono qualunque discorso si decida di affrontare, dovremmo aprirci alla possibilità che la nostra maniera di guardare alla realtà non sia l’unica possibile. Questo è il tema che tento di sviluppare anche con Mbira e portando la mia compagnia in Africa, questa settimana. Voglio lavorare sul tentativo di essere un po’ più “accoglienti” dal punto di vista emotivo e intellettuale per poi esserlo di più nella prassi quotidiana. La danza è uno dei migliori strumenti per “allenarsi” a cambiare punto di vista”.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares