SANTI PIETRO E PAOLO DI EL GRECO
DEL MUSEO STATALE ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO
IN MOSTRA A ROMA
NELLA RHINOCEROS GALLERY DI PALAZZO RHINOCEROS
PROGETTATO DA JEAN NOUVEL
Roma, Palazzo rhinoceros 15 dicembre 2019 – 15 marzo 2020
Sabato 14 dicembre 2019
ore 18.30 preview per la stampa
dalle 19.00 alle 24.00 opening su invito
Roma, Via dei Cerchi 21
La Fondazione Alda Fendi – Esperimenti promuove una nuova, affascinante iniziativa.
A partire dal 15 dicembre, con inaugurazione sabato 14, sarà esposta l’opera di El Greco Santi Pietro e Paolo dalle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo presso gli spazi di rhinoceros gallery nel Palazzo rhinoceros, progettato per Alda Fendi da Jean Nouvel, sede delle proposte e delle sperimentazioni artistiche e culturali della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti.
L’ingresso è libero. Ciò rappresenta una linea distintiva della Fondazione: l’accesso
gratuito alle proprie iniziative è un messaggio simbolico e concreto, perché la cultura deve essere patrimonio dell’umanità.
L’esposizione che si terrà dal 15 dicembre 2019 al 15 marzo 2020, segna il secondo appuntamento di un accordo di collaborazione triennale tra la Fondazione Alda Fendi – Esperimenti e il celebre museo russo. Un accordo prestigioso che nasce dal desiderio di incrementare i rapporti culturali tra l’Italia e la Russia, tramite l’esposizione di capolavori provenienti dal Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo.
Dopo il grande successo dello scorso anno che ha visto l’esposizione de L’Adolescente di Michelangelo, con oltre 22.000 visitatori, la scelta di quest’anno è un vero e proprio tributo alla città di Roma.
Informazioni
La mostra sarà aperta dal martedì
alla domenica dalle 12:00 alle 24:00
Ingresso gratuito.
Per informazioni:
(+39) 340.6430435
info@fondazionealdafendiesperimenti.it.
Indirizzo: Via dei Cerchi 21
Catalogo della mostra
Il Cigno GG Edizioni
Immagini in alta definizione:
bit.ly/ElGreco_Fendi
I soggetti del capolavoro – i Santi Pietro e Paolo – sono patroni della Capitale d’Italia
e la loro esposizione al Palazzo rhinoceros li pone come “numi tutelari” dello spazio
e per estensione della città di Roma.
La mostra – promossa Fondazione Alda Fendi-Esperimenti e dal Museo Statale
Ermitage ed organizzata da Il Cigno GG Edizioni in collaborazione con Ermitage
Italia e Villaggio Globale International – è idealmente vicina alla retrospettiva
dedicata a El Greco a Parigi, nelle sale del Grand Palais.
L’OPERA E L’AUTORE
Entrata nelle collezioni del Museo sulla Neva nel 1911, dono di Pëtr Pavlovič
Durnovo, governatore generale di Mosca durante la Rivoluzione Russa del 1905,
l’opera è esposta abitualmente nella sala dei capolavori dell’arte spagnola del
museo di San Pietroburgo, accanto a una delle Skylight Halls che caratterizzano il
cosiddetto Nuovo Ermitage, realizzato tra il 1839 e il 1851.
Un’opera emblematica dello stile ormai pienamente maturo di El Greco, “entrato
nella storia della pittura come il più grande autore della Spagna del XVI secolo
– scrive il curatore dell’esposizione Svyatoslav Savvateev nel saggio del catalogo
de Il Cigno GG Edizioni – e divenuto uno degli artisti più conosciuti e celebrati di
tutta la storia dell’arte europea”.
Domenico Theotokopoulos, noto come El Greco, nasce a Creta nel 1541. È uno
dei pittori più innovativi della sua epoca, con il suo stile caratterizzato da scelte
cromatiche inconsuete e innovative, le figure allungate, le pennellate ampie.
Inizia la sua attività come pittore di icone nel rispetto della tradizione bizantina,
prima di completare la sua formazione a Venezia con Tiziano e a Roma. Si trasferisce
in Spagna nel 1576 dove esegue opere di grande originalità tra Toledo e il complesso
dell’Escorial a Madrid.
Le sue opere danno vita a uno stile tormentato e tragico, dove si scontrano attualità
realistica ed evocazione visionaria, che unisce e rielabora il colore di Tiziano, il
luminismo di Tintoretto ed elementi da Correggio, Parmigianino, Raffaello, Dürer.
Anche l’eccezionale dipinto dell’Ermitage, concesso in prestito alla Fondazione
Alda Fendi – Esperimenti, è un’opera profonda e spiritualmente intensa, realizzata
dall’artista probabilmente tra il 1587 e il 1592 durante la sua attività a Toledo.
I due apostoli vengono rappresentati insieme, secondo una consuetudine di antica
origine, all’interno di uno spazio buio – cosa piuttosto eccezionale nell’opera del
pittore greco – e con la propria tradizionale iconografia: Pietro con la chiave della
Porta del Paradiso e Paolo mentre tiene in mano un libro aperto, in riferimento alle
sue lettere scritte alle prime comunità cristiane.
Paolo, deciso e scapigliato, è in primo piano e con la mano sinistra compie un
gesto fermo, con l’indice puntato su un volume; l’apostolo Pietro è in una posizione
serena, eretta, ha uno sguardo contemplativo ma allo stesso tempo penetrante e
riflessivo. Il suo sguardo è volto nella stessa direzione di quello di Paolo in modo
da conferire alla composizione unità e finalità espressive, come suggerisce anche
la dinamica della mano destra dei due santi, che sembrano muoversi l’una verso
l’altra per dar vita a un insieme inscindibile.
Due figure differenti ma unite; apparentemente in contrasto per il diverso
temperamento e carattere ma affiancate e accomunate a evidenziare “la dualità dei
Principi degli Apostoli”.
Nel momento di apogeo dell’Impero Spagnolo, El Greco si pone come uno dei
grandi pittori del Siglo de Oro, quel periodo di splendore artistico e culturale che
va dalla nascita dell’Impero alla metà del Seicento.
L’originalità della sua sintesi artistica fa di El Greco il grande precursore del primo
modernismo e il padre nobile delle nuove generazioni artistiche, secondo la
definizione dello storico dell’arte tedesco Julius Meier-Graefe.
L’ALLESTIMENTO
La potenza immaginifica dell’arte del grande Maestro spagnolo è accompagnata
nell’esposizione dalla proiezione delle immagini di film a lui dedicati, entrambi
dal titolo “El Greco” con la regia rispettivamente di Luciano Salce (1966) e Iannis
Smaragdis (2007).
Alcune riproduzioni in formato 1:1 di altre importanti opere della collezione
spagnola dell’Ermitage, al piano superiore della rhinoceros gallery, permetteranno
invece al pubblico di contestualizzare il grande capolavoro di El Greco giunto
eccezionalmente a Roma da San Pietroburgo.
In particolare si incontreranno Francisco de Zurbarán ammirato per un naturalismo
tipicamente caravaggesco e un “realismo drammatico” e Luis de Morales, attivo
soprattutto in Estremadura, ma apprezzato in tutta la Spagna e soprannominato «El
divino Morales» per la spiccata predilezione per i soggetti religiosi.
RHINOCEROS
Palazzo storico del Seicento, è il nuovo spazio per la cultura voluto da Alda Fendi
e progettato dall’architetto francese Jean Nouvel, prospicente l’Arco di Giano e alle
pendici del Palatino. Con una superficie di 3.500 metri quadrati e sei piani dedicati
all’arte, dal segno forte e non convenzionale, questa architettura sempre in tensione
è un motore di creatività. Ispirato ai Passages di Parigi di Walter Benjamin, propone
una modalità innovativa e straordinaria, con mostre, creazioni multimediali, action,
interferenze artistiche che vanno dalle arti visive a quelle performative, e rappresenta
un quartiere ideato per vivere l’arte e nell’arte, a partire dalla galleria diffusa in tutti
i piani del palazzo.
ALDA FENDI
Dopo i successi e i riconoscimenti internazionali, in completa autonomia sia
dall’Azienda di famiglia sia dalle sorelle, Alda Fendi nel 2001 decide di realizzare
il suo sogno, occuparsi di arte. Grazie all’attribuzione di risorse da lei disposta e
alla partecipazione attiva delle figlie Giovanna e Alessia Caruso Fendi, nasce la
Fondazione Alda Fendi – Esperimenti, una istituzione senza scopo di lucro. La sua
attività di mecenatismo inizia con un lavoro di scavo, restauro e valorizzazione
dell’abside orientale della Basilica Ulpia, nello spazio Foro Traiano 1, interamente
finanziato dalla Fondazione. In seguito Alda Fendi promuove il risanamento e la
valorizzazione dell’area del Foro Boario con interventi da lei donati alla città di Roma,
tra i quali l’illuminazione permanente dell’Arco di Giano, realizzata da Vittorio
Storaro (premio Oscar per Apocalypse Now, Reds, L’ultimo imperatore) e Francesca
Storaro (lighting designer), e candidata al prestigioso premio internazionale
DARC awards. Grazie a questa intensa attività culturale e di mecenatismo, il 15
ottobre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attribuisce ad Alda Fendi
l’onorificenza di Commendatore della Repubblica. Il 18 novembre il Presidente
francese Emmanuel Macron le conferisce la prestigiosa Legion d’Onore.
FONDAZIONE ALDA FENDI – ESPERIMENTI
Creata da Alda Fendi con le sue figlie Giovanna e Alessia, il concetto di Esperimento
è la vera anima e la forza della Fondazione, che dà spazio alla ricerca coniugando arte
e spettacolo, passato archeologico e tecnologia, con l’intento di sfidare le definizioni
e le formule per essere liberi dagli schemi e dalle regole. Da sempre la scelta è di
rendere l’accesso agli Esperimenti libero e gratuito, un gesto insieme simbolico
e concreto per rendere la cultura patrimonio della comunità. Ideatore della linea
artistica della Fondazione è Raffaele Curi.
Al primo Esperimento, lo scavo dell’abside della Basilica Ulpia, nello spazio Foro
Traiano 1, si sono susseguiti undici anni di teatro multimediale che, nel 2014, sono
stati oggetto di uno studio della Sapienza Università di Roma e di una pubblicazione,
Circolarità. Percorsi tra le performance di Raffaele Curi. Un percorso dall’antichità
al contemporaneo, con incursioni alla Festa del Cinema di Roma, alla Peggy
Guggenheim Collection, alla Biennale di Venezia con il Laboratorio Internazionale
di Teatro e la 54. Esposizione Internazionale d’Arte.
Nel 2006 nello spazio Foro Traiano 1 è stata esposta l’opera di Antonio del Pollaiolo,
Ercole e Anteo, proveniente dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze. Ideale prosecuzione
di questo eccezionale prestito, l’accordo di collaborazione culturale con il Museo
Statale dell’Ermitage di San Pietroburgo, iniziato nel 2018 con l’arrivo negli spazi
espositivi di rhinoceros della scultura L’Adolescente di Michelangelo e che ora
prosegue con El Greco, Santi Pietro e Paolo. Dopo il contemporaneo e l’antico, la
Fondazione crea Istantanee dell’assurdo, una ricognizione attraverso immagini, suoni,
parole, sulla surrealtà come punto di vista sul mondo. Protagonisti Eugène Ionesco,
Samuel Beckett, e un Doppio singolare tra Luis Buñuel e Man Ray. L’installazione
Rhinoceros AT Saepta (Premio ADI Compasso d’Oro 2019) di Raffaele Curi, davanti
l’Arco di Giano, si trova oggi all’interno di rhinoceros gallery. Nel dicembre 2019 la
Fondazione è stata incaricata dalla Saudi Commission della direzione artistica e del
concept design della mostra Roads of Arabia – Tesori archeologici dell’Arabia Saudita,
alle Terme di Diocleziano.