31 dicembre 2019 – Speciale Capodanno
PIETRO LONGHI PAOLA TIZIANA CRUCIANI
in
GENTE DI FACILI COSTUMI
di Nino Manfredi e Nino Marino
regia di Silvio Giordani
“Gente di facili costumi” è considerato uno dei testi più singolari rappresentati sulle scene teatrali italiane negli ultimi anni. La commedia, scritta a quattro mani da Nino Manfredi e Nino Marino è stata rappresentata per la prima volta nel 1988 dallo stesso Manfredi. I protagonisti della pièce sono Anna e Ugo. Anna (Paola Tiziana Cruciani) esercita il mestiere più antico del mondo con il nome d’arte “Principessa”, è disordinata e rumorosa e tornando a casa a notte inoltrata ovviamente, disturba l’inquilino del piano di sotto Ugo (Pietro Longhi), un intellettuale che vivacchia
scrivendo per la tv e per il cinema e che soffre d’insonnia. Il sogno di Ugo è fare un film d’arte e quando è a casa a scrivere ha bisogno di concentrazione e di tranquillità che non riesce a trovare a causa dei rumori che fa Anna ogni sera quando rientra in casa. La vicenda prende il via la notte in cui Ugo sale al piano di sopra per lamentarsi con la coinquilina rumorosa e lei, per la confusione, lascia aperto il rubinetto dell’acqua della vasca con conseguente allagamento del piano di sotto e Ugo, afflitto anche da uno sfratto, trova rifugio da “Principessa”.
Ugo e Anna assumono il ruolo emblematico di rappresentanti di questa nostra società, in continua evoluzione. Lui presume di appartenere alla casta detentrice del potere culturale, lei, la peccatrice, l’emarginata, si esprime invece con il molto personale linguaggio della “verità”. Il quadro che si delinea da questa convivenza “forzata” sono una serie di esilaranti e divertenti situazioni che danno vita a momenti di straordinaria comicità che divertirà e coinvolgerà il pubblico fino all’ultima battuta e al sospirato happy-end.
Nino Manfredi che interpretò e diresse la commedia a teatro presentava così la pièce: “Gente di facili costumi è una commedia che sviluppa, in maniera paradossale, un fondamentale problema etico. In una società come la nostra, dove tutto si avvilisce e si corrompe, che valore hanno ancora l’onestà, la dignità, il rispetto dei più profondi valori umani? Lo sport […] diventa sempre più truffa e violenza. Gli ideali politici […] difendono gli interessi più strettamente privati. La creatività e la fantasia sono messi al servizio dell’imbonimento pubblicitario […]. Senza continuare a fare altri esempi, è evidente che viviamo in una società in cui i valori più elevati vengono svenduti e liquidati, perché il bello, il buono e il vero sono asserviti all’utile”. Con ironia ed umorismo attraverso il divertente incontro-scontro tra i due, la commedia ci dimostra che siamo diventati un po’ tutti gente di facili costumi… escluso i presenti naturalmente!
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