Il Boia e il Re: due corpi vivi… Due anime tormentate… Due universi speculari che si completano a vicenda si incontrano in una dimensione priva di speranza.
Un reading fisico in cui la parola resta protagonista. “Il Boia e il Re” è un monologo sull’umanità. Il nostro protagonista racconta la sua vita straordinaria e ordinaria al tempo stesso: la sua nascita, l’infanzia, la scoperta del talento, dell’altro sesso, del potere. Un’ascesa e una caduta che trascendono l’ambientazione storica in una scala di valori distorta e snaturata più contemporanea che mai.
L’essere umano nasce sconfitto, annientato, impotente. In un mondo in cui la felicità è impossibile persino i sogni sono modesti. Nulla è veramente desiderato se non l’indifferenza. Solo l’insensibilità, il distacco da se stessi, l’anestesia dell’anima può salvarci dal dolore, dalla paura, dall’angoscia del vivere.
E così si sopravvive perdendo ogni speranza e ogni illusione fagocitati da un mondo cruento in cui per non essere vittima bisogna necessariamente essere carnefice.
Un reading originale in cui le parole sono ovunque e il corpo dell’attore deve cercarle, raggiungerle e sentirle in ogni cellula prima di restituirle allo spettatore. Un testo spietato e inclemente e una regia cruda e brutale che non risparmiano niente e nessuno. Lo spettacolo diviene un’indagine sulla violenza come strategia di conservazione e di autoaffermazione. Senza giudizi, mediazioni o giustificazioni viene illustrata la parte più feroce e primordiale dell’essere umano. Con tutte le sue conseguenze…