Mentre in tanti sono presi dal commentare (a che pro?) l’ultimo intervento pubblico del Presidente del Consiglio, c’è un’altra Italia, che lavora sodo, che tira avanti, che mette in campo il meglio di sè per far si che il Sistema Paese possa continuare ad avere tutto ciò che serve, perchè la situazione che stiamo vivendo, come spesso capita, può tirar fuori il meglio o il peggio da ognuno di noi.
Proviamo allora a concentrarci su quanto di buono sia possibile ricavare da un momento che comunque è di per sé difficile e drammatico per tutti.
L’incontro con Monica Aitanga Leva, psicologa e psicoterapeuta, che esercita a Roma e da anni offre le sue consulenze sia in ambito privato che istituzionale, è allora un’occasione meravigliosa per ascoltare il nostro io più profondo.
Tanti gli spunti di riflessione sollecitati dalla dottoressa, utili per fare un viaggio introspettivo a 360 gradi, partendo dal bisogno di ritornare al senso della responsabilità individuale, in un mondo dove siamo tutti interconnessi.
E’ necessario trasformare la divergenza in risorsa, superando la dicotomia e gli egoismi personali, senza criticare passivamente, ma cercando di comprendere profondamente le ragioni che portano una persona (o anche il Governo stesso) a prendere determinate decisioni, utilizzando un ascolto attivo. Cercare di capire le ragioni dell’altro, ci da una grande occasione di crescita personale perchè nulla si ottiene contrapponendosi o subendo le decisioni altrui: basta poco, infatti, per rendersi conto che tutto ciò di buono fatto nella storia dell’umanità, è legato alla cooperazione ed alla solidarietà.
Siamo tutti interconnessi e le nostre scelte hanno conseguenze sul prossimo a livello mondiale, non solo su persone a noi vicine, ma anche su quelle molto lontane, perchè in questa società globalizzata siamo tutti legati da un filo invisibile. Proprio in tal senso, bisogna intendere la parola “limite” come qualcosa da comprendere ed accettare, che si frappone alla realizzazione dei nostri desideri, ma che si deve tollerare, pur arrecandoci talvolta un senso di frustrazione. Capire le necessità di chi impone il limite e non far prevalere gli interessi personali su quelli della società è allora l’unica strada responsabile da intraprendere e che ci sta portando già dopo queste prime settimane ad un maggior ordine e rispetto e, quindi, ad una maggiore civiltà. Quando cammini su un sentiero buio, la lampada accesa dal tuo compagno di viaggio, illumina il sentiero anche a te.
Abbiamo forse un’improvvisa e inattesa opportunità per uscire dalla dicotomia della contrapposizione, trasformando la divergenza in risorsa, innescando la scintilla di una solidarietà collettiva capace anche di farci riscoprire l’importanza di quei mestieri spesso ritenuti umili, ma che si stanno rivelando fondamentali per il sostentamento della società: ognuno è indispensabile ed insostituibile.
A lungo termine, questa situazione può portare ad un incremento della diffusione dell’uso delle tecnologie, migliorando la produttività e riducendo il traffico sulle strade; usiamo questa esperienza per riavvicinarci ai nostri cari, imparando ad ottimizzare i nostri tempi per ritagliarci spazi fisici di socialità da vivere con ritrovata pienezza: lavorare tutti per lavorare meno, riappropriandoci del nostro tempo e viverlo al meglio.
E’ questo il messaggio di miglioramento che il Covid 19 può lasciare in ciascuno di noi, per riappropriarci della nostra parte più vera e vestirci del nostro io più autentico e prezioso.