Giuseppe Conte e un duro attacco istituzionalizzato

«Questo governo non lavora col favore delle tenebre». Si alza, la voce di Giuseppe Conte mentre pronuncia queste parole: il collegamento in streaming ne risente, investito da un’onda d’urto nella quale è racchiuso tutto lo stress degli ultimi giorni del Presidente del Consiglio. Lo stress di una trattativa dura, con l’opposizione a oltranza di Germania e Olanda nel contesto di un Eurogruppo che appare indeciso sull’eventualità di avere a che fare con un’emergenza reale, una situazione totalmente nuova e auspicabilmente irripetibile, o con un’altra Grecia.

Sono giorni di tensione e, come Conte sa, è fondamentale che la posizione italiana non venga minata dalle tensioni interne. Ha fatto, stavolta, nomi e cognomi – quelli di Matteo Salvini e Giorgia Meloni – proprio perché dall’estero non si percepisse lo sterile lamento delle opposizioni. Da loro «solo falsità», dice Conte, ed è difficile dargli torto.

Dalla riunione dell’Eurogruppo, che ha avuto natura meramente consultiva, i leader di Lega e Fratelli d’Italia hanno continuamente dato addosso all’operato del governo, accusandolo di “alto tradimento” e di aver fatto approvare il temutissimo Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, alle spalle di tutti gli italiani e in un momento difficilissimo. Ma questa ipotesi è lontanissima dalla realtà: il Mes è stato approvato nove anni fa, nel marzo 2011, dall’ultimo governo Berlusconi.

E, sebbene Giorgia Meloni ricordi in un videomessaggio di non essere stata al governo nel 2012, data cui ha fatto riferimento Conte per la ratifica del meccanismo, in quel governo che approvò il Mes fu effettivamente ministro.

Va inoltre considerato che la riunione dell’Eurogruppo non ha portato a una nuova normativa, bensì si è trattato di un quadro di confronto dove i rappresentanti dei diversi Stati hanno espresso la propria opinione.

Conte, che ha rinnovato la propria opposizione al Mes come strumento risolutivo dell’attuale crisi, al quale sono dall’Italia preferiti gli Eurobond o Coronabond, ha lanciato un attacco inusuale, forse un precedente pericoloso per il quale è stato subito ammonito non solo dall’opposizione, ma anche dalla stampa – e in primis da Enrico Mentana.

Al di là dei soliti ragionamenti di parte – per esempio, Salvini ha abusato in diverse occasioni del suo ruolo quando era ministro degli Interni – appare, tuttavia, difficile biasimare Conte. Non è bello, di certo, che un Presidente del Consiglio si rivolga ai cittadini sulla televisione pubblica per fare i nomi delle opposizioni. Ma si ritiene che, in questo caso, non sia stata fatta “politica” in senso stretto.

Quelle che hanno diffuso Salvini e Meloni sono effettivamente bugie – bugie che rischiano di rendere difficoltoso il cammino dell’Italia in Europa e che mettono a repentaglio la nostra influenza in quelle trattative della cui buona riuscita abbiamo disperatamente bisogno. Non è questione di polemica, ma di irresponsabilità.

Se Conte ha deciso di prendere per l’orecchio i cattivi studenti, non è stato certamente per far aumentare i propri consensi. Oltre ai cittadini italiani che devono formare la propria opinione sugli eventi in corso, il pubblico desiderato è stato quello europeo. Per far capire da che parte stiamo, e per far capire che siamo affidabili e uniti come i cugini d’Oltralpe spesso ci rimproverano di non essere.

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares