Il tappeto musicale che anticipa e introduce la messa in scena Pirandelliana, ipnotico come una spirale in 3D che turbina lentamente ma ininterrottamente, riporta il pubblico di oggi a quasi un secolo fa. L’imponente facciata della basilica di Sant’Alessio è la terza parete, due pini secolari delimitano il palcoscenico e la quarta parete è composta da un mosaico di persone che ha accompagnato l’intero spettacolo con risate attente e pensierosi sorrisi. Alle spalle il panorama più bello del mondo: dal Gianicolo a Piazza Venezia, e San Pietro che troneggia su Roma. ‘A birritta cu’ i ciancianeddi scritto da Pirandello nel 1916 e andato in scena per la prima volta nel 1917, oggi è Il berretto a sonagli diretto e interpretato da Marcello Amici e la sua Compagnia teatrale La bottega delle maschere. Alternandosi per tutta l’Estate Romana con Pensaci, Giacomino! sarà in scena fino al 4 agosto. La filosofia pirandelliana bisogna ponderarla un po’, e ancora un altro po’, solo allora si riuscirà a penetrarvi dentro, capire il significato, e appassionarsi ai problemi che essa pone. Questo bisogna fare per comprendere pienamente Il berretto a sonagli più chiassoso che mai. La storia ha una trama semplice e chiara, «…forse la più perfetta commedia di Pirandello» per Sciascia. La novella La verità apre la commedia. Tararà fa la sua confessione: ha ucciso la moglie che non solo lo ha tradito ma ha portato a conoscenza di questo tutto il paese. Ora però i riflettori sono puntati su Ciampa. Il suo ruolo è interpretato in modo sensibile come il personaggio vuole, come Pirandello creandolo pretendeva, da un Marcello Amici più in forma che mai. Ciampa accetta che la bella moglie sia l’amante del cavalier Fiorica, suo datore di lavoro. Il patto però è che nessuno sappia che lui ne è a conoscenza. Ma la gelosia ossessiva e giustificata della signora Beatrice Fiorica, interpretata dignitosamente da Antonella Alfieri creerà uno scompiglio nell’ordine della famiglia e della società. Il climax sale, fino a toccare l’apice della pazzia. Lo strumento è scordato perché lei grida in faccia a tutti la verità. E tutti appartengono al mondo dell’apparenza, quello che conta più di qualsiasi cosa. Il resto del cast composto da: la signora Assunta La Bella, sua madre, Rita Gainini, Fifì La Bella, suo fratello, Daniele Ferrarese, il delegato Spanò, Marco Vincenzetti, La Saracena, Ingrid Mauretti, Fana, vecchia e saggia serva della signora Beatrice, Anna Varlese, e Nina Ciampa, la giovane moglie del Ciampa, Giuditta Pagano, gioca al rilancio delle energie e delle intenzioni. Le insinuazioni espresse non dalle parole ma dalle espressioni e i toni, tagliano l’aria. Pirandello, l’uomo del Kaos, è padrone assoluto dell’umorismo, e mentre i sonagli del berretto suonano, il sorriso sviene sulle labbra e diventando pianto, si fa riflessione. La quarta corda è il teatro!
Veronica Meddi