Galletti (COA Roma): Parte la Fase 2, ma la giustizia resta al palo
Al netto delle previsioni governative e della buona volontà di tutti, dei responsabili degli uffici giudiziari e della avvocatura, è mancata una visione unitaria della ripartenza della attività in vista della fase 2; è mancata cioè una procedura che imponesse linee guida condivise per tutti gli uffici giudiziari o almeno nell’ambito del medesimo Distretto”.
Così Antonino Galletti , presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma, per un primo giudizio “a caldo” sulla ripresa della giustizia a Roma, ma non solo.
“Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ciascuno decide per sé con un proliferare di fonti normative atipiche (linee guida e provvedimenti organizzativi); perfino le singole sezioni dello stesso Tribunale hanno fissato procedure diverse le une dalle altre – prosegue Galletti – e questo genera grandissima confusione nell’utenza, che è costretta a inseguire i vari provvedimenti ovunque”.
“Dal canto nostro, come Ordine forense romano, abbiamo cercato di venire in soccorso dei colleghi, aggiornando continuamente la pagina del sito istituzionale dedicata all’emergenza – https://www.ordineavvocatiroma.it/emergenza-coronavirus – un lavoro certosino del quale va dato merito al Dipartimento Comunicazione e al nostro personale, ma che abbiamo svolto in serena solitudine, senza neppure esserne richiesti, dovendo – anzi – sollecitare in continuazione la condivisione delle notizie.
Se fosse stato il legislatore a fissare le regole, anziché rimettere tutto alla sensibilità locale dei capi degli uffici giudiziari, si sarebbe potuto impostare un lavoro di coordinamento a monte, a livello nazionale. Purtroppo così non è stato”.
Peraltro, l’emergenza non è stata neppure utile per interventi ed investimenti straordinari in termini di personale e presidi di sicurezza. In particolare, la situazione romana rileva una desolante e costante insufficienza del personale amministrativo, aggravata dalla previsione del c.d. lavoro agile che è del tutto inutile laddove il processo non è telematico come in cassazione, nel penale e nella giustizia di prossimità, che dovrebbe essere assicurata dell’ufficio del Giudice di Pace: almeno il Ministro avrebbe potuto sfruttare l’occasione per assumere personale nuovo”.
L’impegno dell’Ordine – prosegue Galletti – è di riportare immediatamente gli avvocati in udienza e di celebrare i processi in tempi europei, laddove la tecnologia deve consentirci di svolgere da remoto tutte le attività di cancelleria, dove occorre nuovo personale già in possesso delle necessarie competenze tecniche”.