Roberto Wirth racconta l’Hassler di Roma: «Non chiamatelo solo lavoro, è una storia d’amore e dedizione»

L’Hotel Hassler è uno degli alberghi più ricercati e famosi di Roma. La sua posizione privilegiata, a pochi passi da Trinità dei Monti e Piazza di Spagna, unita all’eccellenza delle sue proposte, ne ha fatto fin dai primi decenni della sua attività meta di personalità di spicco e vip di fama internazionale. Ma il successo di questa vera e propria impresa del turismo di lusso è frutto di una lunga storia d’amore, quella nata tra la famiglia Wirth e l’hotel quasi 100 anni fa.

«Tutto è iniziato con mio padre Oscar nel 1921, anno in cui iniziò a gestire l’hotel in qualità di partner di un altro albergatore svizzero come lui, Alberto Hassler, e divenendo in seguito l’unico possessore della struttura», racconta Roberto Wirth, appartenente alla quinta generazione di una stirpe di albergatori e attuale proprietario e general manager del prestigioso edificio.

Nel 1939 l’albergo venne demolito quasi interamente per essere ricostruito. Ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne requisito dalle forze aeree americane, per essere utilizzato come quartier generale a Roma. Il “nuovo” Hassler fu riaperto al pubblico nel 1947 e «Con il risveglio del turismo europeo e l’arrivo dei primi numeri consistenti di turisti americani, l’Hassler divenne ben presto il leader indiscusso nel settore alberghiero italiano. Negli anni ‘50 l’Hassler era un 4 stelle che pian piano acquistava sempre più popolarità e in quegli anni mio padre trasformò la terrazza dell’hotel nel primo ristorante panoramico di Roma e d’Italia (ora chiamato Imàgo)». Un nuovo tipo di clientela cominciava ad affacciarsi e Oscar ebbe l’intuizione di trasformarlo in un 5 stelle: «Per farlo ha dovuto includere in ogni camera un bagno (prima erano comuni nei corridoi) e questo ha fatto sì che le camere fossero meno spaziose ma a quei tempi andava bene così. Ora i viaggiatori vogliono camere più grandi e per accontentarli abbiamo sacrificato diverse camere per dare più ampiezza alle altre».

Non c’è mai stato dubbio che Roberto Wirth volesse seguire le orme dei suoi familiari, al punto che fin da bambino il suo sogno era gestire in assoluta autonomia un hotel: «Quando avevo 5 anni già mi immaginavo albergatore come mio padre. Guardavo i film di guerra all’epoca e sognavo di essere capitano di una nave, piena di camere, cinema, ristoranti, bar… Capendo poi che tutto questo l’avrei potuto trovare in un albergo. Ho sempre percorso la mia strada tenendo bene in mente il mio obiettivo. Sono stato molto testardo e perseverante. Bisogna fare vedere che si è in grado di camminare con le proprie gambe a dispetto di tutto. Il mio motto è “never give up”, mai arrendersi».

Insomma “non si può” è un’affermazione che non deve esistere all’Hassler: «Se una cosa non è realmente fattibile si deve trovare un modo alternativo per esaudire le richieste. La vera abilità è nel sapere gestire le cose. È una dedizione totale, e questa dedizione si trasmette ovunque: nello stile, nell’accoglienza, nei servizi offerti, nello staff…».

Ma avere una grande storia non significa non saper leggere la contemporaneità. L’Hotel Hassler ha subito integrato i servizi di accoglienza classica alle migliorie offerte dal digitale, come la Live View presente sul sito. Questo è possibile perché «Nei diversi lavori di restyling durante gli anni abbiamo fatto molta attenzione a mantenere l’identità storica dell’hotel senza però dimenticare che bisogna guardare al futuro: ecco allora che l’Hassler si propone oggi con un ambiente classico ed elegante dove spiccano anche elementi contemporanei, per un perfetto equilibrio tra passato e presente. L’Hassler è la mia passione, la mia casa e l’eredità della mia famiglia. Questo mi ha spinto a fare sì che in tutti questi anni potesse sempre essere un hotel al passo con i tempi. Il richiamo al prestigioso passato dell’Hassler e alla sua storia è sicuramente molto sentito dai nostri ospiti, fa parte del nostro retaggio e della nostra eredità e ha contribuito alla fama di cui gode oggi l’hotel. Questo però non significa che non si aspettino tutti i comfort che la modernità può oggi offrire. Tanti sono stati i lavori di rinnovamento e altri ce ne saranno. Occorre un impegno costante e la volontà di continuare a mantenere gli elevati standard che ci contraddistinguono. E soprattutto occorre essere vigili per cogliere ogni mutamento così da poter soddisfare qualsiasi esigenza». Per Wirth l’Hassler non è un oggetto, né un contenitore da riempire: «È “la donna della mia vita”. Lo devo accudire come se fosse un essere vivente, trattarlo con i guanti di velluto e amarlo con tutto il cuore. Devo curarne anche il look e il comportamento».

Tanti sono i punti di forza dell’Hassler che lo rendono per molti affezionati una vera seconda casa: «L’attenzione ai desideri della clientela, ad esempio. E la nostra offerta gastronomica, che offre da Imàgo una cucina gourmet con vista panoramica e all’Hassler Bistrot, a livello della hall, una cucina che rispecchia la tradizione italiana e romana. Ma decisamente il personale è uno degli elementi chiave della nostra ospitalità. Investiamo molto in training specifici per dare ai nostri dipendenti tutti gli strumenti necessari per fornire ai nostri ospiti un servizio ineguagliabile. E poi sicuramente il fatto che si instauri un legame professionale duraturo fa sì che il team si consolidi e che si lavori al meglio basandosi su un rapporto di fiducia e reciproca stima».

Ma chi sono i clienti che scelgono l’Hassler per la loro vacanza a Roma e quali sono le loro necessità? «La maggior parte dei nostri clienti provengono in egual misura dall’Europa, dalle Americhe e anche dal Giappone, dall’Australia e dal Medio Oriente. I viaggiatori sono sempre più esigenti. Chiedono maggiore flessibilità, immediatezza nelle risposte, vogliono essere stupiti e si aspettano che i loro desideri vengano anticipati. I viaggiatori cercano esperienze uniche che possano diventare dei ricordi memorabili. Inoltre, da una parte vogliono sentirsi cittadini del mondo e “immergersi” nella vita dei paesi che visitano e dall’altra, in termini di accommodation, vogliono sentirsi come a casa. Non basta più offrire una bella camera, il livello del servizio deve essere sempre più elevato e personalizzato. Le camere devono comunque essere comode e spaziose oltre che lussuose e, in questo, l’Hassler è impegnato in un continuo adeguamento del prodotto. Cerchiamo di rispondere a questo trend offrendo ai clienti il top in termini di servizi unici, comfort. Con oltre 40 anni di gestione dell’Hassler e 15 anni di esperienza nel settore alberghiero, io, come proprietario e direttore generale, accolgo personalmente gli ospiti come farei a casa mia, con grande attenzione e cura.

All’Hassler soddisfiamo ogni desiderio e tutti i nostri ospiti, senza nessun tipo di eccezione, vengono trattati allo stesso modo. Il nostro compito è quello di offrire qualcosa di unico, all’altezza delle loro aspettative e garantire sempre la massima privacy durante il loro soggiorno».

Tanti sono in cambiamenti affrontati negli anni ed è difficile ricordarli tutti. Ma possiamo dire che l’Hassler è stato un “pioniere” per tanti versi: il primo hotel a Roma ad aprire una Penthouse suite con una terrazza privata di 150 mq al settimo piano; nel 1978 è stato organizzato il primo cenone di Capodanno in un hotel della Capitale (prima gli hotel durante le feste erano chiusi), ha introdotto il brunch, «e mia madre Carmen organizzò, negli anni ‘60, il primo pranzo per celebrare il giorno del Ringraziamento. E nel corso degli anni ci sono state grandi evoluzioni e “rivoluzioni”. Basti pensare alla comunicazione. Prima la corrispondenza avveniva tutta via posta e i tempi erano lunghissimi, poi sono arrivati il telex, il fax, fino ai mezzi di comunicazione odierni che sono in continua evoluzione così come i moderni sistemi di prenotazione. Lo scambio di comunicazioni è immediato, i tempi del lavoro sono accelerati. Anche il pricing era diverso. In passato i prezzi erano uguali tutto l’anno, poi sono state introdotte le tariffe stagionali e ora i prezzi dipendono dall’occupazione. Il revenue management non esisteva. Il mondo ora è più veloce, bisogna pensare più veloce e questo a volte crea stress ma bisogna sapersi adattare. E non dimentichiamo la “globalizzazione” che ha cambiato tutto … Abbiamo clienti che vengono da ogni paese del mondo e la più grande tendenza è la richiesta di un servizio personalizzato che può trasformare un viaggio in un’esperienza unica. Continuare a stupire i nostri ospiti e confermarsi come quell’hotel indipendente che rimane iconico, leggendario e incomparabile: vogliamo che l’Hassler continui ad essere la location per eccellenza quando si viene a Roma».

Impossibile, in conclusione, non chiedere a Roberto Wirth di affrontare il tema dell’emergenza covid19, che ha reso ancora più evidente la necessità di affidarsi a professionisti di settore competenti e aggiornati, e che sicuramente cambierà lo scenario del turismo e dell’accoglienza: «La crisi ha messo a nudo la fragilità del mondo globalizzato e ci aspetta un anno complicato, ci vorrà del tempo perché il settore torni ai suoi livelli normali. Ma, nonostante la situazione sia fuori dal comune, dobbiamo essere positivi! Rispettiamo ed implementiamo rigorosamente le restrizioni applicate dal Governo italiano, la sicurezza e il benessere dei nostri dipendenti e dei nostri ospiti sono la nostra priorità. Di sicuro, queste regole hanno avuto un impatto sul nostro lavoro, ma la prevenzione e il rispetto delle norme sono indispensabili. Gradualmente ne usciremo e, in accordo con quanto affermato dal Ministro della Sanità, Roberto Speranza, il compito del Paese è ora quello di “creare le condizioni per convivere con il virus”. Il 1 giugno aprirò Il Palazzetto a Roma, un bellissimo edificio del XIX secolo che si affaccia su Piazza di Spagna che offre splendidi spazi per eventi, quattro camere e due terrazze panoramiche dove gustare cocktail e pasti leggeri. Ho deciso di iniziare lentamente con Il Palazzetto per gestire e affrontare questa situazione. Abbiamo creato un menu da asporto ad hoc e stiamo lavorando su altri progetti interessanti. È un test drive, una fase di rodaggio per prepararci meglio e migliorare la nostra risposta e le nostre capacità professionali». Wirth evidenzia quelli che saranno gli aspetti benefici dei cambiamenti dovuti alla situazione: «Check-in / check-out saranno più veloci – gli ospiti potranno inviare in anticipo tutti i documenti per facilitare le operazioni; purificare, disinfettare, sanificare: sono le nuove parole d’ordine. L’albergo sarà igienizzato con maggiore frequenza con i prodotti raccomandati e utilizzando tecnologie avanzate e all’avanguardia; maggiore privacy grazie al distanziamento sociale e, più che mai, un servizio su misura in tutti gli aspetti. L’Hassler è famoso, oltre che per la sua posizione, per il suo giardino e per le sue terrazze e questo gioca, ancora una volta, a nostro favore. Infine, vi siete mai chiesti come sarebbe visitare Roma con meno folla? Questa è l’occasione per godersi le meraviglie che questa grane città ci regala e, subito dopo, suggerisco la campagna. Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di paesaggi assolutamente meravigliosi e dell’altra parte della mia collezione privata: l’Hotel Vannucci e Bastia Creti in Umbria, Parco del Principe in Toscana. Sono sicuro: #andràtuttobene».

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares