EMILIO ISGRÒ. Modello Italia 2013 – 1964.Segnare le vie del coraggio

La GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma dedica una retrospettiva personale alla carriera e alla vita artistica di un dei più originali e controversi artisti italiani del XX e XXI secolo, Emilio Isgrò. Siciliano di Barcellona, inizia il suo viaggio nell’arte d’impegno nel 1964, anno a cui risalgono le prime Cancellature, subito accolte dalle maggiori gallerie e dai più prestigiosi musei del mondo. Dopo diverse apparizioni alla Biennale di Venezia e la vittoria del primo premio alla Biennale di San Paolo, nel 1985 crea l’opera multimediale La veglia di Bach, su commissione del Teatro della Scala e nel 1998 dona alla sua città natale la mastodontica scultura Seme d’arancia, simbolo della rinascita dei paesi mediterranei. Più recentemente, nel 2011, ha presentato a Roma La Costituzione cancellata, realizzando contemporaneamente, alla “Bocconi” di Milano, l’opera Cancellazione del debito pubblico. Isgrò è anche poeta, narratore e autore teatrale e a lui si deve L’Orestea di Ghibellina (1983-1985), che ha profondamente influenzato il teatro italiano degli anni ’80. Questa nuova mostra romana prende le mosse proprio dal discorso interrotto nell’antologica dedicata a Isgrò dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 2008, intitolata Dichiaro di essere Emilio Isgrò, che capovolgeva i termini della sua storica affermazione Dichiaro di non essere Emilio Isgrò, opera realizzata nel 1971. Con questa affermazione d’identità, l’artista si prende la responsabilità della sua produzione precedente, inaugurando una nuova stagione creativa, che rinforza la sua poetica storica attualizzandola. Questa svolta ha dato un senso nuovo anche alla pratica della cancellatura, tratto distintivo dell’opera di Isgrò, che l’ha reso un punto di riferimento essenziale anche per le nuove ricerche artistiche. L’obiettivo ultimo dell’esposizione è quello di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, allo scopo di evidenziare l’attualità della poetica dell’artista siciliano, ma anche lo stretto rapporto tra le sue prime opere e quelle più recenti.1111 Le nuove installazioni, maestose e spettacolari, si compongono infatti degli stessi elementi già delineati negli anni ’60 e ’70, proseguendo tematiche e segni originari. Secondo le parole dello stesso artista, il suo progetto è volto a recuperare quell’unità e grandezza culturali che hanno imposto l’Italia al rispetto del mondo dal Rinascimento al Futurismo. Il Bel Paese è oggi una piccola potenza in campo economico tuttavia, in campo culturale, resta competitiva ai massimi livelli sul mercato globale; da questa importante consapevolezza devono partire gli artisti, che hanno il dovere patriottico di percorrere le strade del coraggio anche nell’economia e nella politica, per l’Italia e l’Europa. Il percorso espositivo inizia nelle sale del piano terreno, che ospita i lavori degli ultimi cinque anni e così, oltre alla già citata opera programmatica Dichiaro di essere Emilio Isgrò, si può ammirare il simbolico Modello Italia, mentre Fratelli d’Italia fa da contraltare allo Sbarco di Marsala, in cui la statua di Garibaldi è invasa dalle formiche sulle note di Casta Diva suonata da un carillon. Dall’Italia (L’Italia che dorme, Cancellazione del debito pubblico), lo sguardo si spinge verso una visione globale con Weltanschauung e Codici ottomani. A questo gruppo si unisce una serie di opere inedite: giornali italiani cancellati secondo una logica costruttiva, che evidenzia la necessità di un nuovo inizio per il nostro Paese e per l’Europa. Al piano superiore invece si trovano i lavori più celebri di Isgrò, come Volkswagen, Enciclopedia Treccani e la struggente Ora italiana, ispirata alla strage di Bologna. Una grande esposizione dedicata a uno degli esponenti più interessanti dell’arte italiana contemporanea, che stupisce, indigna, commuove e fa riflettere. Un vero artista.

Box informazioni:

EMILIO ISGRÒ. Modello Italia 2013 – 1964
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Viale delle Belle Arti, 131
dal 20 giugno al 6 ottobre 2013
Info: tel. 06 32298221
www.gnam.beniculturali.it

 

Patrizio Pitzalis

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