Sergio Catalini: l’amore per la terra dà frutti saporiti

Atavico, profondo e viscerale è il legame con la terra che alcune persone portano con loro ed infondono nel loro vivere e nel lavoro quotidiano. È questa, in breve, la storia di Sergio Catalini, imprenditore agricolo classe 1952, che nel 1969 ha aperto la sua azienda ad Ortezzano, in provincia di Fermo, nelle Marche.

Mai banale, chiaro, diretto e schietto: è così, in poche parole, Sergio, esperto tutore di una delle più importanti tipicità di queste terre: il vino cotto. Prodotto ottenuto dal mosto di uve bianche o rosse, il vino cotto è una bevanda ricca di polifenoli, perfetta per accompagnare i dolci, soprattutto pasticceria secca, o come vino da meditazione.

Il vino cotto risale addirittura agli antichi Greci che lo tramandarono al popolo italico dei Piceni i quali, a loro volta, lo diffusero un po’ in tutta l’Italia centrale: vi sono, infatti, documenti attestanti la produzione di questa bevanda nella zona del Piceno che risalgono addirittura al 200 a.C.; anche Virgilio, nel primo libro delle Georgiche, e Plinio il Vecchio, nella sua “Storia Naturale”, parlano della cottura del mosto e di come il sapore di questa bevanda fosse assolutamente diverso da quello del vino.

Sergio ci racconta anche dell’abitudine, diffusa in passato tra le contadine di queste zone, di lavare gli arti inferiori dei neonati con il vino cotto, poiché vi era la convinzione che questo prezioso nettare favorisse la crescita e lo sviluppo degli infanti.

Nelle serate invernali, inoltre, il vino cotto è ottimo da bere anche caldo, con un po’ di miele, per alleviare i sintomi delle malattie da raffreddamento. 

Altra specialità proposta da Sergio Catalini è la sapa: semplice mosto cotto, che si può utilizzare anche per sostituire l’aceto balsamico, per fare dolci (tra cui il “Frustingo”, tipico del fermano) e per insaporire piatti di carni, quali arrosti e bolliti, ma anche da aggiungere su macedonie, ricotta, formaggi e fritti, oltre che per abbassare l’acidità del pomodoro nel ragù di carne.

Parlare con Sergio, vero factotum della sua azienda, è veramente un piacere: “Sono testardo e concentrato sul mio obiettivo: fare qualcosa di buono”; è per questo che, oltre a sapa e vino cotto, confetture, frutti sciroppati, olio e passate di pomodoro, dall’anno scorso con la sua azienda ha iniziato una piccola produzione di pasta all’uovo, con grani antichi, e di vini: “Meris”, un Marche bianco IGT da uve Trebbiano e “Andres” un Marche rosso IGT da uve Sangiovese; vini a cui Sergio ha voluto dare proprio il nome dei suoi figli.

Non solo per loro, ma anche per tutti i giovani interessati al mondo agreste, l’azienda di Sergio è un piccolo faro di speranza: abilitata, infatti, anche come fattoria didattica, nei suoi locali i più giovani possono imparare a produrre marmellate, frutta sciroppata e passate di pomodoro.

Col suo impegno, Sergio racconta e tramanda ogni giorno l’amore per la terra e per i suoi frutti perché, come disse anche Papa Francesco: “La natura ci sfida ad essere solidali e attenti alla custodia del creato, anche per prevenire, per quanto possibile, le conseguenze più gravi.”

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