Prendete una buona porzione di tradizione familiare, una fetta di esperienza pluriennale in una brigata brigante, una noce di mediatica disinvoltura romanesca da piacione sui social media e, soprattutto, una dose da cavallo di sorriso, ma de quello bono, et voilà, ecco a voi lo chef Max Mariola, interprete di video nazional – popolari che stanno contagiando il web in modo più virale di un virus.
Perché i suoi video hanno così successo? Innanzitutto non sono semplici lezioni per neofiti su come si prepari un piatto di spaghetti alla carbonara ma un insieme di rituali artistici in cui Max è il protagonista assoluto. Non manca mai un buon bicchiere di vino da sorseggiare dopo un veloce snack, così come non manca mai il sottofondo musicale di canzoni degli Anni Ottanta. Qualche accenno di danza, ben riuscito grazie anche all’armonioso fisico palestrato, introduce la descrizione del piatto in preparazione, combinando le note ritmate della discomusic con gli accenti e gli slang tipici di una Roma garbatelliana. Ogni singolo atto della preparazione viene intervallato da una battuta, da un sorriso o da una esclamazione romanesca che ne colora l’aspetto semantico. Max è onnipotente, in questo ambiente, e gli unici limiti sono gli strilletti affamati del figlioletto Mario, un biondino vivace che ha per giocattolo una piccola cucina, e il rigore della regista, la moglie, che fa riprese talmente efficaci da far invidia a Salvatores…
La televisione – Max collabora con RAI e SKY – ingessa la personalità del conduttore, dettandone lo stile, i tempi, il linguaggio, i gesti e persino i pensieri. Con i social media, invece, viene fuori lo spirito di Max, spirito in tutti i sensi, che quasi istrionescamente catalizza le aspettative del pubblico che trascorre dieci minuti, mediamente, di divertimento puro. Divertimento che appare manifesto anche nella verve dello chef. Sa che il suo punto di forza è proprio questo e non si preoccupa se in un piatto lo spettatore metta il pepe o il peperoncino. La cucina è libertà e ognuno è libero di modificare le ricette a seconda del piacere. La scenografia è la cucina della sua abitazione in Prati, le guest star sono i membri della sua famiglia (a volte partecipa anche la madre), gli strumenti di lavoro sono i fornelli e gli utensili di casa Mariola, la motivazione della sua azione è la fame di tutti i romani all’ora di pranzo. Eh già, Max è romano de Roma e non fa nulla per nasconderlo, anzi, spesso le sue ricette riguardano proprio i piatti della tradizione capitolina. Non disdegna altre preparazioni ma, sostanzialmente, la sua resta una cucina casalinga, con l’occhiolino agli uomini che, soprattutto in questo periodo di quarantena, sono rimasti a casa e hanno avuto più tempo per affinare la tecnica per sedurre i commensali.
Ma cosa c’è dietro il fenomeno Mariola? In effetti non si può non notare la presenza di una programmazione manageriale che copre ogni aspetto delle sue numerose attività che vanno dalle consulenze per le grandi aziende alle esibizioni estemporanee in eventi internazionali, dalle rubriche quotidianamente tenute in tv ai video per i social media, dagli articoli su riviste specializzate ai libri dedicati alle varie tecniche. In realtà Max, in fondo una persona semplice, tranquilla e persino timida quando non è accesa la telecamera, ha in casa il manager per eccellenza che lo guida non solo con professionalità ma anche con amore: è la moglie, la vera dea ex machina, che gestisce ogni aspetto del suo lavoro e ne diversifica intelligentemente e opportunamente gli impegni.
A proposito di questi ultimi si vocifera di una prossima apertura di un suo locale nel quartiere Prati ma, schermendosi, “mejo ‘n’ovation su fesbuc oggi che ‘na cucina d’osteria domani!”. Come dire, gastronomicamente parlando, carpa diem…