Ieri in una Roma torrida ed assolata in molti, colleghi, politici, ma anche tanta gente comune era in una fila composta al Teatro Argentina per l’ultimo saluto all’indimenticabile Franca Valeri. Signorina centenaria, attrice, sceneggiatrice e drammaturga. Sorriso garbato, umorismo pungente che riusciva a sedurre sia il pubblico intellettuale che quello più popolare. Con lei inizia la cosiddetta “Rivoluzione Educata”, interpretando la guerra, i vizi, le debolezze di una società in trasformazione. I suoi ritratti femminili non erano satira, ma realtà riprodotta con il sorriso. Franca studiava le sue “maschere” ma senza condannarle. L’incancellabile “Signorina Snob” e la mitica “Sora Cecioni” non devono però oscurare quanto la Valeri è riuscita a cambiare l’immagine femminile essendo lei stessa donna dalla profonda sensibilità politica. Accanto alla comicità non ha fatto mancare un costante impegno civile contro le diversità, le disuguaglianze, lavorando per l’emancipazione delle donne. “HA conservato la sua ironia fino alla fine” ha dichiarato la figlia adottiva e per chiunque avesse voluto omaggiarla ha chiesto una donazione a “Rifugio per cani abbandonati” ribadendo la passione della madre per gli animali. Tra i suoi ultimi desideri c’era quello di ritornare in scena, così è stato adagiato il feretro sul palcoscenico, accolto da un applauso interminabile.
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di
Federica Cuzzocrea
11 Agosto 2020