Narcisi

Quando si parla di narcisi immagino dei bei fiori, poi improvvisamenteil pensiero si sposta al “narciso” umano e chissà perché è un maschio! È vero però che ci sono anche donne narcisiste, ma se ne parla e scrive di meno. Si racconta del narcisista che usa, sfrutta e schiavizza la donna. Poi se è una donna empatica è caduta sicuramente nella sua trappola. I “narcisi” umani, sia uomini, che donne si riconoscono per la loro bellezza, determinazione, carisma e direi che tutto sommato è una forma di narcisismo sano. Sano perché nella vita chi ha stima di sé riesce ad “imporsi” in maniera più affermativa e decisa in diverse situazioni e in vari ambiti. Se poi entrano in gioco la presunzione, la mancanza di scrupoli, si utilizzano gli altri per i propri scopi.. del tipo “Quello/a si venderebbe pure la madre” la cosa prende sicuramente una piega diversa. Spesso sono coloro che hanno vissuto un’infanzia difficile e non hanno ricevuto le attenzioni e il riconoscimento dei genitori. Crescendo non si fidano degli altri e pensano che possono badare da soli a sé stessi. Potrebbero sviluppare manie di grandezza coltivando un falso sé. Non sono empatici perché diventano incapaci di riconoscere i sentimenti o le necessità altrui. Costruire una relazione con loro diventa impegnativo. È come stare su un’altalena dove l’alternarsi di emozioni passa dall’aspetto dell’ammirazione “Quanto sei bello/a” allo stato di frustrazione “Non ce la faccio più”. Per uscire dal ruolo di vittima, anche in un’amicizia, per non essere manipolati e poco rispettati ogni tanto andrebbe spaccato quel muro dietro al quale il personaggio si protegge, mostrando così con forza all’altro come ci si sente. Il rischio del rifiuto o dell’aggressione, spesso passiva, sono quasi certi, perché non si può mettere in discussione il magnifico o la magnifica dinanzi a noi. A questo punto sarà l’altro/a a scegliere se restare sul podio o iniziare a sentire e vivere la vita nella sincerità e non nell’ipocrisia. Del resto siamo qui anche per crescere ed evolvere un po’ o no?

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