L’architettura in Israele è stata ed è ancora influenzata dallo Stile Internazionale, nel tempo modificata e proposta in modi diversi per adattarsi alle condizioni climatiche del luogo.
Un movimento, quello dell’International Style, introdotto in Palestina (dal 1947 Israele) da giovani architetti, molti dei quali di origine tedesca, alcuni dei quali allievi della scuola del Bauhaus (1919 – 1933) e molti altri in fuga dall’avvento terribile del nazismo coi suoi venti di guerra.
Tutti loro animati dal desiderio di dare vita all’ambizioso progetto di costruire una nuova società che superasse definitivamente la vecchia impostazione legata alle vecchie tradizioni europee.; dotati di grande temperamento con la ferma volontà di dare un nuovo volto ad una nazione molto vecchia che dal punto di vista architettonico si caratterizzava per la presenza di edifici dal tradizionale stile Ottomano e ornati da elementi orientali.
E così città come Jaffa, Haifa col suo distretto e principalmente Tel Aviv dal primo ventennio del XX secolo, diventarono terreno fertile per un gran numero di architetti che studiarono e operarono in Europa, fautori dei precetti rivoluzionari dell’architettura europea, razionalismo italiano compreso.
Tel Aviv (letteralmente “monte di primavera”) conta circa ancora seicento edifici del periodo, che rendono la “White City” un museo a cielo aperto della più avanzata architettura internazionale del XX secolo.
Camminare per le vie del centro cittadino, vero e proprio monumento del Movimento Moderno, significa guardare da vicino, toccando con mano, cosa abbia rappresentato lo sviluppo delle teorie della Bauhaus che in questa parte del mondo hanno così tanto caratterizzato lo scenario architettonico.
Ma è la presenza dei balconi di questi edifici che finisce per catturare l’attenzione del visitatore.
Elementi architettonici dalle varie forme e dimensioni, in alcuni casi aggiunti in seguito per aumentare la ventilazione dei locali abitativi permettendo la vita all’esterno dell’edificio.
Funzione e decorazione, in effetti, che camminano di pari passo rappresentando un nuovo messaggio, declinazione di idee rivoluzionarie sartorialmente applicate alle caratteristiche ambientali del luogo.
Curioso come, per ragioni non del tutto chiare, dopo la fine del secondo conflitto mondiale lo stile Bauhaus perse in Israele la sua popolarità e come, allo stesso tempo, alcune delle sue principali caratteristiche continuino ad avere una netta, forte influenza sull’architettura della città fino ai giorni nostri.
Insomma: Tel Aviv val bene una passeggiata col naso all’insù.