Il 3 ottobre è uscito nelle sale italiane Il cacciatore di donne, prima fatica cinematografica del regista neozelandese Scott Walker, fino ad ora impegnato nella realizzazione di campagne pubblicitarie per grandi marchi internazionali. Il film si basa sui fatti reali che videro protagonista Robert Hansen, uno dei più spietati serial-killer della storia nordamericana il quale, tra il 1971 e il 1983, fu responsabile dello stupro e dell’omicidio di oltre 40 donne nei dintorni di Anchorage, capitale dello stato dell’Alaska. Un thriller avvincente, con sfumature noir, che mantiene la tensione per tutta la sua durata pur rovesciando i canoni usuali del genere. Infatti fin dall’inizio, lo spettatore conosce l’identità del maniaco, interpretato magistralmente da John Cusack, il quale però appare agli occhi della gente come un mite e riservato pasticciere, perfettamente inserito nella comunità, con una bella moglie e due figli. Spetterà al sergente Jack Holcombe (Nicolas Cage) smascherare la menzogna e rivelare l’anima nera di Hansen, grazie anche all’aiuto della prostituta bambina Cyndy Poulsen, unica superstite delle “cacce” dell’assassino. Magnifiche le interpretazioni dei protagonisti a partire da Cusack, qui al primo ruolo da cattivo, che riesce a mettere in scena l’orrore del cuore gelido e senza sentimenti (né rimorso né pietà) del cacciatore; un uomo senz’anima che, come una perfetta macchina omicida, distrugge le vite di giovani donne fragili e perdute. Proprio come quella della sua unica vittima sopravvissuta Cyndy Poulsen, interpretata da Vanessa Hudgens, che dovrà affrontare non solo l’orrore della violenza subita, ma anche la difficile prova di riuscire a fidarsi di nuovo del prossimo, dopo un’infanzia e un’adolescenza fatta di abusi, degrado e prostituzione. Al suo fianco, per donarle di nuovo la fede negli altri e per salvarle la vita, minacciata dall’assassino in quanto unica testimone, il sergente Holcombe, che sta per lasciare la polizia di stato dell’Alaska per amore di sua moglie, ma che non riesce a rimanere sordo alla richiesta d’aiuto della giovane donna, guidato dal suo incrollabile senso della giustizia. Per Nicolas Cage un altro ruolo da “giustiziere”(che esalta le sue doti recitative), dopo quello in 8 mm, ancora un personaggio spinto dal desiderio di dare voce alle vittime, ignorate o dimenticate perché ai margini della società. Una pellicola di grande suspense dunque, ma anche ricca di spunti su cui riflettere. A partire dalla considerazione e dall’analisi degli abissi oscuri e freddi in cui può precipitare l’animo dell’uomo (non a caso il titolo originale del film è The Frozen Ground, Il terreno ghiacciato), per poi passare alla denuncia delle condizioni di vita dei giovani americani. Le vittime di Hansen erano infatti giovani donne, la cui esistenza e le cui esperienze degradanti ne avevano scritto il destino molto prima dell’incontro con il mostro, in un’America scintillante, forte e ricca come quella degli anni ’70 e ’80, che si rivela un mito di cartapesta, distrutto dal vento gelido di un cuore nero. Non a caso il giovane regista ha voluto conoscere personalmente le storie e i familiari delle vittime e ha instaurato, nel lungo periodo di gestazione del film, un rapporto di amicizia e confidenza con la Poulsen. A completare l’ottima fattura dell’opera, una splendida fotografia che contrappone i paesaggi freddi e surreali dell’Alaska al calore degli spazi interni, quello familiare e pulito della casa di Holcombe, quello artefatto e soffocante della dimora di Hansen, piena di teste di animali morti e quello fumoso e degradante dei locali di spogliarello dove si esibisce la giovane protagonista. Un buon lavoro dunque, che mescola perfettamente il thriller classico americano e il film di denuncia più moderno.
Il cacciatore di donne
Regia di Scott Walker
Interpreti: Nicolas Cage, John Cusack, Vanessa Hudgens
Nelle sale dal 3 ottobre
Patrizio Pitzalis