Gemme dell’Impressionismo. Dipinti della National Gallery of Art di Washington

 Layout 1Proporre una nuova mostra sull’Impressionismo potrebbe sembrare una scorciatoia, presa dagli organizzatori, per assicurarsi il successo di pubblico che sempre si lega al richiamo dei maestri francesi. Ma la mostra Gemme dell’Impressionismo è diversa, innovativa e originale. Ha innanzitutto un intento dichiaratamente didattico, cercando di spiegare l’origine, lo svilupparsi e infine il diffondersi della più importante rivoluzione artistica dopo il Rinascimento. Oltre a questo, essa è anche il racconto di un’esperienza umana eccezionale, fatta di amore per l’arte e mecenatismo, di intima passione per la bellezza e desiderio di condividerla con il mondo. La storia inizia con uno scambio epistolare tra il Presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt e il collezionista d’arte Andrew Mellon, che propone alla Casa Bianca l’affascinante progetto della National Gallery of Art di Washington. Il grande mecenate americano purtroppo non riesce a vedere l’opera compiuta, ma il suo sogno si realizza e nel 1941 il museo apre i battenti. La collezione originale verrà ampliata, nel 1978, dalle donazioni dei figli di Mellon, Alisa e Paul. Il percorso si articola in cinque sezioni. La prima è dedicata alla pittura “en plein air” e racconta l’evoluzione di questa tecnica. Furono gli Impressionisti a rendere la pittura all’esterno un complemento fondamentale della propria tecnica; essi volevano osservare direttamente gli effetti della luce, la naturalezza dei colori e i cambiamenti atmosferici che solo l’osservazione diretta poteva restituire con precisione. La seconda stanza è dedicata al ritratto e questo genere implicava, all’epoca, una serie di sfumature e interrogativi di natura sociale, in relazione specialmente ai nuovi fruitori dell’arte, i borghesi, di cui si cominciava a delineare il gusto. Inoltre l’invenzione della fotografia diede grande impulso al tema del ritratto, nel quale si cimentarono molti interpreti e soprattutto Degas, che ne eseguì molti di familiari, nei quali si mescolavano il suo sguardo innovativo e l’influsso della pittura rinascimentale, da lui studiata in Italia. La donna, protagonista della “vita moderna” è un tema privilegiato dall’Impressionismo e ad essa è dedicata la terza sezione. Lavandaie, prostitute, sartine, fioraie, modelle, ballerine riprese nell’intimità e per questo spesso raffigurate senza veli, come nell’Olympia di Manet o nelle sensuali donne di Renoir. Naturalmente non poteva mancare un capitolo sul rinnovamento della natura morta, tema della quarta sezione. Fu senz’altro Cézanne l’astro più fulgido e l’interprete più luminoso di questo soggetto; lui, il Maître Nouveau de la Nature Morte, cercava di arrivare a un metodo nuovo di controllo visivo e costruzione del quadro. Ultima tappa di questo viaggio straordinario, il racconto dell’eredità impressionista, che si incarna nella coppia Bonnard e Vuillard, che al pari di Gaugin e Van Gogh o Braque e Picasso hanno rappresentato una svolta nella pittura del XX secolo. Una grande mostra, ospitata in un luogo speciale, che racconta la storia di una grande stagione artistica e quella di una grande anima, mossa da magnanimità e amore per al bellezza, valori che devono essere sempre e in ogni luogo condivisi.

 

Box informazioni:

 

Gemme dell’Impressionismo. Dipinti della National Gallery of Art di Washington. Da Monet a Renoir da van Gogh a Bonnard
Roma Museo dell’Ara Pacis – Lungotevere in Augusta
dal 23 ottobre 2013 al 23 febbraio 2014
info: tel. 060608 (tutti i giorni 0re 9.00 – 21.00)
www.arapacis.it www.museiincomuneroma.it

 

Patrizio Pitzalis

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