Amare il Vino significa avere la consapevolezza di possedere per tutta la vita un “compagno” di viaggio fedele che sarà sempre pronto a rallegrarlo nei momenti di gioia, a consolidare i momenti piacevoli di condivisione con gli amici, ad esaltare la propria Tavola sia nelle occasioni speciali che nella vita di tutti i giorni, a confortarlo nei momenti-no. Questi sono i colori del Vino, questa la bellezza che scaturisce dal suo incontro. Amare il Vino significa anche andare oltre l’apprezzamento del prodotto di per sé, significa consapevolezza e rispetto anche per chi dedica la sua vita a questa realizzazione in grado di colorare le nostre, di vite. L’Enologo, colui al quale si deve il sorriso e l’emozione che un grande vino dona ad ognuno di noi, è una figura che nel corso degli anni ha subito varie metamorfosi ed evoluzioni sempre migliorative, fino a collocarsi in un ruolo che si assesta a metà tra il produttore ed il consumatore. Inizialmente curava a 360° tutta la fase produttiva partendo dalla selezione e dal periodo di raccolta dell’uva, fino alle molteplici tecniche di correzione e stagionatura del vino. Nel corso del tempo, fattori di cambiamento climatico e la diversificazione della struttura dei vari “terroir”, hanno elevato il ruolo dell’Enologo che non si limita più a verificare le caratteristiche del mosto o il raggiungimento della maturazione ideale dell’uva. Oggi il suo apporto va ben al di là di quella che era inizialmente la sua funzione: esegue un vero e proprio studio partendo dalle condizioni climatiche, attuali e previste, studia le caratteristiche del terreno, continua come un tempo a curare il periodo di raccolta prevedendo se necessario una raccolta anticipata, fino alla maturazione, imbottigliamento e stagionatura. Il Vino, in questo modo, non è più il frutto di una semplice vendemmia, ma il risultato di anni di ricerca ed esperimenti che elevano il prodotto finale fino a donargli un riconosciuto prestigio mondiale. Come un bambino ha bisogno di una guida formativa che “condizioni” ed indirizzi al meglio le varie fasi della propria crescita nell’intento di sviluppare al meglio le caratteristiche genetiche di appartenenza, così l’Enologo si pone oggi come una sorta di “tutor della vite”, un educatore, un formatore. E così come un bambino, senza una guida che lo indirizzi, potrà acquisire molto difficilmente quell’educazione, quella cultura e quella capacità di relazionarsi con la vita che sono le basi del successo, così un vino, senza un’adeguata cultura scientifica e tecnologica, difficilmente potrà regalarci quelle emozioni che solo la qualità è in grado di rivelarci. Nel corso degli anni, l’ulteriore acquisizione da parte dell’Enologo di una visione del proprio lavoro che andasse oltre l’applicazione di tecnica e scienza e che abbracciasse aspetti strategici, gestionali e produttivi, unitamente ad una capacità fondamentale di ascolto del mercato e dei clienti, è stato determinante per la rinascita del Vino italiano passando attraverso la creazione di prodotti che inevitabilmente venissero incontro anche all’ esigenza del consumatore. L’evoluzione di una figura professionale, insomma, che a 360° rappresenta il cuore pulsante di un’azienda di cui ne diventa anche un fondamentale comunicatore. La cura, poi, a non standardizzare i processi, con il conseguente rischio di banalizzare il prodotto o peggio, di non accompagnarlo nello sviluppo delle sue potenzialità, è ovviamente legata alla sensibilità e bravura dell’Enologo che si è posto ormai come vero e proprio ago della bilancia del successo di un’azienda e che grazie a questa nuova visione, ha posto le basi per il consolidato rinascimento del vino italiano. Una professione legata all’arte di saper plasmare rispettosamente la Natura, per colorare di gioia la vita di ogni giorni.