L’antica Erbil, crocevia di culture e cuore del Kurdistan iracheno

Capoluogo e sede del governo della Regione Autonoma del Kurdistan iracheno, Erbil è una delle città più antiche del mondo e patrimonio Unesco dell’Umanità. Da secoli crocevia di popoli e culture, la sua fondazione si perde negli albori della storia. Il primo insediamento stabile fu costruito forse intorno al XXIII secolo a.C, e il nome “Arbil” venne per la prima volta menzionato in alcuni testi sacri sumeri realizzati due millenni prima della nascita di Cristo. In lingua kurda la città è conosciuta con il nome di Hawler.

Dal 2014 la Cittadella di Erbil è entrata nella lista Unesco come patrimonio universale dell’umanità, importante riconoscimento internazionale per la storia di questa terra, martoriata dai tragici avvenimenti che hanno investito il nord dell’Iraq durante l’avanzata delle truppe del Califfato islamico.

Abitata senza interruzioni negli ultimi seimila anni, Erbil è sicuramente rilevante dal punto di vista storico e archeologico. Fondamentale è, infatti, la stratificazione dell’urbanizzazione dell’antica città: grandi imperi passarono in queste terre, lasciando il segno sulla cultura e sull’architettura. Parte per lungo tempo dell’Impero Assiro, in quella roccaforte passarono poi persiani, greci, romani, sasanidi e ottomani. Considerata in epoca classica come il luogo della battaglia nella quale Alessandro Magno sconfisse l’imperatore Dario III di Persia (anche se lo scontro in realtà avvenne a 100 chilometri dal capoluogo), la città era chiamata “Arbela”. Terra di confine e di incontro-scontro tra culture, la regione fu contesa tra i due imperi più importanti del periodo, quello romano ad ovest e quello sasanide-persiano ad est.

Sede del cristianesimo siriaco tardo-antico, dopo l’avanzata dell’Islam iniziata nel VII secolo d.C., Erbil fu inglobata nel califfato arabo, prima sotto gli Omayyadi e poi sotto gli Abbasidi. Nel Medioevo le sue mura hanno resistito ad assalti mongoli e la città è diventata centro di scambi commerciali sulla rotta tra Baghdad e Mosul, un ruolo che ha continuato a svolgere nei secoli.

Oggi la cittadella fortificata si erge in alto, su una collina ovoidale (“tell”) sopra le costruzioni moderne e le vallate circostanti. Dentro le mura giallo ocra, tra gli edifici in stile tardo ottomano e i vicoli stretti, è possibile camminare nella storia di questa terra antichissima. Nel Qaysari Bazaar, subito fuori la roccaforte, si può invece trovare cibo, oggetti e spezie, per assaporare a pieno la cultura curda. Nel marzo 2021, accolto dai fedeli nello stadio della città, Papa Francesco ha affermato che “manterrà l’Iraq nel cuore”. L’antichissima città patrimonio dell’umanità, dopo secoli di guerre, rimane il simbolo di una popolazione che non vuole rinunciare alla sua antica tradizione di tolleranza e apertura verso l’esterno.

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