Ok, Nun po’ più scrive,
ma solamente
‘ncieco
Nun leggerà
sui muri
che ovunque c’è
Free Geco
-Er Buio
Roma da dicembre scorso è ricolma di scritte ed omaggi a Geco, writer di origine romana che è stato identificato e denunciato per vandalismo a seguito di appostamenti durati mesi. Si tratta della “FreeGecoJam”, una chiamata alle “bombolette” a cui hanno partecipato molti writer della capitale per mostrare solidarietà. L’evento è parte del progetto Coloronda, promosso dal centro sociale di Tor Bella Monaca “El Che”, da cui la protesta è partita espandendosi in tutta Roma anche grazie ai social. In molti, da tempo, cercano di far muovere la legge per depenalizzare il reato di imbrattamento e per dare la possibilità alla cultura urbana di esprimersi in libertà: si possono arrivare a scontare fino a tre anni di reclusione. Le amministrazioni delle città e gli street artist vivono una contraddizione: si denunciano quegli stessi artisti che vengono chiamati per riqualificare le aree della città ed il problema principale è insito nella natura stessa del Writing, è un’arte nata illegale e tale resterà sempre. Basti pensare cosa sarebbe successo se Banksy avesse chiesto al governo i Israele il permesso di “imbrattare” la striscia di gaza.
La sindaca Raggi ha commentato entusiasta la denuncia dello street artist, nonostante poi, come è possibile scoprire sul suo profilo instagram, sia una fan di Banksy, uno dei più famosi street artist a livello mondiale che opera proprio come Geco: non chiede permessi, la sua identità non è nota e le sue opere non vengono annunciate. Come è possibile fare due pesi e due misure?
“Era considerato imprendibile, ma ora Geco è stato identificato e denunciato. Ha imbrattato centinaia di muri e palazzi a Roma e in altre città europee, che vanno ripuliti con i soldi dei cittadini. Una storia non più tollerabile” scrive la sindaca su facebook.
Nonostante sia difficile tracciare una linea di confine fra vandalismo ed arte, è innegabile che esiste un’urgenza espressiva che è inutile cercare di arginare, e che purtroppo non può essere indirizzata vista la sua natura.
Testo e foto di Manuel Grande