MOREIDE: un capitolo promesso ma non scritto.

Il caso Moro e la prima Repubblica di Walter Veltroni edito da Solferino, non passerà né alla storia della letteratura né a quella del giornalismo.

Peccato, perché le premesse che il titolo induceva a considerare erano buone, ma sono state in gran parte disattese.

Le interviste dell’autore, ad una serie di personaggi politici ed un brigatista, tutti di primo piano rispetto a quel periodo storico, non rendono merito all’intenzione del volume.

Declinando alcuni passaggi storici del secondo dopoguerra in base alle diverse sensibilità di appartenenza politica non si è aggiunto nulla che già non fosse ampiamente sedimentato nell’analisi storica.

Diciamo subito che sotto il profilo della Moreide, ovvero la pletorica diffusione di tesi sulle circostanza della strage di via Fani e dei 55 giorni del sequestro del Presidente Aldo Moro, l’unico elemento, comunque già noto, ma sempre degno di evidenziazione è la condivisa perplessità sulla ragione per la quale, durante le trattative intercorse tra gli esponenti socialisti con appartenenti all’area politica del movimento rivoluzionario, questi non vennero seguiti, sebbene la circostanza fosse nota alle forze di sicurezza.

Sarebbe stato un gioco da ragazzi arrivare alla pigione di Moro. Ma qui si ferma l’analisi, anzi, non inizia affatto. Peccato un passo avanti sarebbe stato opportuno anche se in termini d’ipotesi di analisi politica.

Molto più interessanti sono I passaggi che riportano le varie analisi politiche del Presidente Moro sulla vita italiana nel quarantennio della prima repubblica. Ed è questo il tema che dovrebbe essere approfondito: la visione di Aldo Moro sul futuro sviluppo dell’Italia.

Questa è in fondo l’unica e sola concreta ragione del suo omicidio politico e fisico; il resto è moreide.

Mentre ancora oggi i sopravvissuti politici e brigatisti continuano a prediligere la difesa delle proprie scelte di allora, Aldo Moro scriveva:

“… Lo stato democratico, lo Stato del valore umano, lo Stato fondato sul prestigio di ogni uomo, che garantisce il prestigio ad ogni uomo, è uno stato nel quale ogni azione è sottratta all’arbitrio ed alla prepotenza, in cui ogni sfera d’interesse e di potere obbedisce ad una rigida delimitazione di giustizia, ad un criterio obiettivo e sua natura liberatore; è uno Stato in cui lo stesso potere pubblico ha la forma, la misura e il limite della legge, e la legge, come disposizione generale, è un atto di chiarezza, è un’assunzione di responsabilità, è un impegno generale ed uguale … “ Ecco chi era il Presidente Aldo Moro e perché non poteva trovare spazio nell’Italia che si voleva costruire per i decenni a venire.

Bastano e avanzano i pochi concetti i sopra espressi per far impallidire l’attuale dibattito politico annichilendolo e polverizzandolo a materiale di risulta.

Peccato, ma certamente va premiato lo sforzo editoriale nella speranza di leggere un capitolo ancora non scritto su Moro e la Prima Repubblica.

www.geocrimeacademy.com

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares