Alle Terme Stufe di Nerone per (ri)scoprire l’acqua calda

Acqua? Si, grazie. Purché sia termale. E purché ci si trovi nel suggestivo paesaggio dei Campi Flegrei, dove già nel II sec. d.C. i romani si davano convegno per donare benessere a corpo e mente, grazie alle proprietà terapeutiche delle sorgenti che caratterizzano il territorio campano. Le stufe naturali, la piscina esterna, la vasca interna di acqua calda, i profumi e i colori che circondano chi sceglie la struttura di Bacoli trasformano in coccola l’idea di alleviare o guarire qualche patologia. Prendiamo l’artrosi: “Il movimento in acqua termale (crenochinesiterapia) associato a un corretto stile di vita consente di limitare il progredire del processo artrosico”, spiega il dottor G. Di Lorenzo. Recenti studi eseguiti dall’Università degli Studi di Salerno hanno dimostrato che il movimento praticato nelle acque ipertermali delle Terme Stufe di Nerone ha migliorato la qualità di vita del paziente affetto da artrosi, sia per quanto riguarda la regressione della sintomatologia dolorosa sia per una migliore mobilità articolare. È stato accertato che l’effetto terapeutico è da ascrivere sia alla temperatura elevata dell’acqua (che espleta azione decontratturante e di riduzione della rigidità articolare) sia alla composizione chimica che conferisce all’acqua delle Terme Stufe di Nerone proprietà antinfiammatorie e analgesiche (attraverso l’innalzamento della soglia di eccitabilità dei recettori del dolore e lo stimolo alla sintesi di endorfine). Ulteriori ricerche hanno dimostrato che le stesse acque sono in grado di stimolare alcuni enzimi lisosomiali attivi sui glucosamminoglicani o sull’acido ialuronico che favorirebbero il trofismo della cartilagine articolare rallentandone il deterioramento. La crenochisiterapia è da praticare non soltanto per il trattamento dell’artrosi ma anche a scopo preventivo, soprattutto nei soggetti a maggior rischio di artrosi (obesi, traumatizzati, affetti da patologie articolari oppure chi pratica lavori particolarmente usuranti)”, spiega il medico. Anche un ciclo di fangoterapia ripetuto due volte l’anno, soprattutto se associato alla crenochisiterapia, rallenta l’evoluzione del processo artrosico migliorando la funzionalità articolare e attenuando il dolore. Merito di queste acque termali a due passi da Napoli: sgorgano alla temperatura di 80°C e sono ricche di preziosi elementi minerali necessari al corpo per rimanere in tono ed elasticità. Ora, se pensate che queste strutture siano rimaste ancorate alle loro origini, vale per il prodotto (ossia l’acqua termale), ma non per tutti i servizi. Quindi, partendo da quelle che un tempo erano le terme Silviane, rinomate per la fecondità femminile, l’idea è di far proprio il motto che in questo luogo vige sovrano: “Qui se ipsum amat in hunc locum venit”. Ossia: “chi si ama non può fare a meno di frequentare questo splendido angolo di paradiso”. Oppure, far proprio quanto scritto da illustri scrittori e storici del calibro di Plinio il Vecchio, Tito Livio ed altri ancora, che di queste acque baiane scrivevano: “consolidano le piaghe vecchie e nuove, aiutano tutto il corpo, liberano del mal di cuore e dell’artrite, assottigliano le membra grasse, i tristi rendono esultanti”. Arrivando ai tempi moderni, visto che per le loro qualità le acque delle Terme sono autorizzate dal Ministero della Sanità oltre ad essere costantemente impiegate per studi e ricerche universitarie e non. Attualmente è possibile effettuare le seguenti cure termali: terapie inalatorie, terapie ginecologiche, antro-balneo terapie e fangoterapia.

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