Se, come sosteneva il grande maestro Gualtiero Marchesi, la cucina è di per sé scienza, sta al cuoco farla diventare arte, molto già ci dice dell’executive chef Carlo Alberto D’Audino, che fa sua questa frase, una sorta di monito che gli fa costantemente ricordare l’alto livello al quale sempre deve tendere.
Per Carlo Alberto tutto nasce tra le sue mura domestiche, accanto alla nonna, che osserva e dalla quale apprende i segreti della cucina del sud, lui che nato a Catanzaro va fiero della sua terra e dei suoi tipici piatti, così gustosi. Affascinato, dunque, dall’arte culinaria, Carlo Alberto comincia a fare le sue prime esperienze lavorative nelle trattorie calabresi, per poi senza indugi frequentare la Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma a Colorno (PR), perché quella, comprende, è la sua passione.
Finita la scuola, e raggiunto il diploma, molte ed eterogenee saranno le esperienze che lo faranno crescere professionalmente e che lo renderanno l’eccelso chef, ad oggi, da tutti riconosciuto. La sua capacità di gestire il fine dining lo caratterizza, tanto che nel tempo sempre più ristoranti stellati, come il Trussardi alla Scala di Milano e l’Open Colonna a Roma, richiedono la sua presenza nelle loro cucine.
La proposta gastronomica di Carlo Alberto affascina per la sua semplicità che sa incantare i diversi palati. Una cucina che si basa sulla sua tradizione regionale, ma che in modo bilanciato al suo interno sa inserire elementi più contemporanei. L’altissima qualità delle materie prime utilizzate, è comunque l’ingrediente principale, in quelli che sono gli esclusivi e raffinati piatti realizzati dallo chef.
Oggi, Carlo Alberto, delizia con le sue pietanze, gli ospiti del ristorante Roland a Roma, una location incantevole immersa nell’arte all’interno di una sezione del meraviglioso palazzo, definito Spazio Field. Duemila metri quadri di ambienti espositivi nei quali architettura, fotografia, design e visual sound si presentano nelle diverse forme e rappresentazioni, e dove la cucina di Carlo Alberto diviene anch’essa espressione artistica. Diversi menu tematici, ispirati dagli artisti che si avvicendano nelle mostre ospitate all’interno del Roland, nei quali non viene mai a mancare il suo must: popcorn caramellato con ‘nduja calabrese. Di base tutti i piatti si presentano con un riferimento alla cucina orientale, questo perché lo chef vuole fare un omaggio culinario al museo delle arti orientali che precede la sua sala ristorazione.