Una cucina che è frutto di viaggi nei cinque continenti, risultato di esperienze di vita, connubio di diversi sapori dal mondo: questo è ciò che Daniele Turco, attualmente Executive chef del Gitti Palace, sa portare in tavola. Nei suoi piatti, infatti, alle amatissime radici venete unisce con abilità il respiro cosmopolita che l’esperienza gli ha donato, e riesce a farlo sempre all’insegna della qualità e dell’eccellenza.
La sua passione per i buoni sapori della tavola nasce molti anni fa, nei lontani e amatissimi anni ’80, quando la cucina non era ancora in voga come adesso e, almeno nella maggior parte dei casi, era un lavoro per lo più sottovalutato. Ad avvicinarlo ai fornelli la mamma, con cui ha mosso i primi e fondamentali passi che lo avrebbero poi portato a sviluppare una personalissima identità da chef.
Oggi, Daniele ama pensare la cucina prima di tutto come uno spazio che gli permette di creare qualcosa con le sue stesse mani: un processo creativo, un atto di estro in cui partendo dal nulla è possibile arrivare a dare vita a qualcosa di eccezionale; un lavoro in cui sperimentando con vari ingredienti è possibile far uscire il meglio della propria passione. E infatti, di questo lavoro lo chef apprezza anche la parte più romantica che, ad esempio, è fatta della possibilità di lavorare in grandi ambienti con grandi brigate di cucina, di girare il mondo e di aprirsi a nuove culture.
Proprio tale apertura ha permesso a Daniele di scoprire tanto, anche dal punto di vista lavorativo. Nel corso del suo percorso ha incontrato parecchi maestri, da cui ha rubato i migliori segreti e da cui ha sempre tratto ispirazione nel corso degli anni. Una delle influenze più significative, però, l’ha avuta all’inizio della sua carriera: il primo chef che ha incontrato nella vita, infatti, lo ha profondamente segnato. Prima di allora aveva fatto soltanto poche esperienze significative; con lui, invece, ha imparato il vero e proprio rigore, l’importanza dei ruoli e la disciplina, tutti elementi imprescindibili nella sua professione.
A livello gastronomico Daniele è sempre stato un grande ammiratore di Gualtiero Marchesi, a suo avviso uno dei primi a portare la cucina di livello internazionale anche qui in Italia. Inoltre, nel corso degli anni non ha mai messo fine ai proprio studi, e ha sempre seguito con attenzione la nascita della cucina molecolare: crede che lo chef Ferran Adrià, ad esempio, sia stato un grande innovatore, e che senza di lui i piatti contemporanei non avrebbero raggiunto le forme che possiedono oggi. Infine, recentemente Daniele ha avuto modo di lavorare con brillanti stelle della cucina sia italiane che internazionali: Carlo Cracco, Matteo Baronetto, i fratelli Cerea, Arnaud Lallement de l’Assiste champenoise: tutti grandi professionisti che hanno lasciato un segno nel suo approccio al lavoro e sui suoi piatti.
Fedele al motto “Coniugare senza mai coprire i sapori”, lo chef cerca di far in modo che siano gli ospiti stessi a scegliere come meglio abbinare e mescolare condimenti e salse ai piatti principali. Forse per questo motivo, il complimento più ricorrente che riceve da parte loro riguarda proprio la versatilità del suo menù, che rende possibile godere sia di piatti della tradizione italiana che di pietanze più ricercate. Tale binomio rispecchia a pieno le due anime di Daniele, e per questo non può che esserne orgoglioso.
Fra le proposte del menù, spiccano in particolare quelle riportate sotto la voce “L’essenza dello chef”: composta da sei piatti d’autore, si tratta di una raccolta di esperienze, ingredienti e preparazioni culinarie intese a creare una combinazione unica di emozioni. Emozioni che, a dirla tutta, proviamo anche semplicemente leggendo i nomi delle pietanze: incuriosisce la Granseola con granciporro, riduzione di panna acida, bergamotto e caviale; allo stesso modo, ispirano gli appetiti
la crema di fagioli, astice e pasta soffiata e la ricciola servita con maionese, neve di zenzero, riso soffiato e limone nero.
Fra i piani futuri, Daniele sta lavorando affinché un interessante progetto che ha in cantiere prenda vita: nel suo hotel, infatti, ha una vera e propria scuola di cucina, che durante la fascia serale sarà interamente dedicata agli appuntamenti con la clientela. In questa situazione cucinerà assieme ai suoi colleghi per i ristoratori più fidati, “esibendosi” nel suo più sentito atto creativo a pochi metri da loro. I piatti saranno presentati al pubblico, che avrà modo di interagire, di osservare da vicino tutti i processi di preparazione e di fare tutte le domande che vorrà.
Il format prenderà vita già a partire dai prossimi mesi, e darà sicuramente origine ad una grande esplosione di creatività. Tutto questo sarà un grande bene, sia per i ristoratori che per chi cucina: come lo stesso Daniele ricorda, infatti, la creatività va stimolata continuamente. Anche – e soprattutto – fra i fornelli.