Julienne, il sapore di casa, il taglio giusto della vita e del riscatto.

Contorni di verdure crude tagliate in filamenti o striscioline: questo vuol dire o meglio si dice quando si vuole intendere di tagliare delle verdure alla julienne.

Tagliare in modo preciso dei contorni, per darne una fisionomia idonea, eppure questo termine che ben sposa nel significato il nome un locale a Roma, dal nome Julienne appunto, non denota invece in modo lineare e solare la vita di Daniele Chianchiano.

Daniele è oggi direttore di sala, e tanto altro, presso il ristorante Julienne in zona Fleming a Roma, insieme con la madre Jolanda e il fratello Emanuele, protagonisti dei fornelli, che ogni sera deliziano i loro ospiti in un ambiente elegante e nello stesso tempo familiare, teatro davvero di una vita, di una famiglia, del sole di Sicilia.

La storia inizia tanti anni fa in terra di Sicilia, a Palermo, in quella Palermo che come direbbe Guttuso in un suo quadro, parla della Vucceria, tipico mercato dell’isola, parla della gente, parla di quei siciliani che vogliono trovare un perché nella loro terra e non demandare ad essa tanti interrogativi,  tante frasi sospese, e tanti dubbi.

Daniele dopo aver sperimentato sulla propria pelle quel famoso taglio, ma non alla Julienne, ma un taglio più profondo, quei tagli che ti incidono nell’anima prima che nel fisico, ha voluto insieme con la sua famiglia lasciare questo spicchio d’Italia, questo spicchio di sole e venire nella capitale, per dare un senso e tracciare la sua storia e quella dei suoi cari.

I tagli e le cicatrici di Daniele, sono divenute poi con il passare del tempo lavagne che anche se ruvide, si sono trasformate in delle tabule rase dove raccontare di sé e far parlare di sè, e parlando lasciare un eco dietro le proprie spalle, perché chiunque intrecciando il suo percorso di vita con il suo, potesse davvero leggere negli occhi di Daniele come di suo fratello, occhi pieni di passione di chi non si è mai arreso e di chi ha sempre ricercato la salita nella discesa, il lancio nella caduta e il volo in un apparente taglio di ali.

Le ali della speranza in lui, in loro, ci sono state, e oggi questo piccolo scrigno di bontà ne è l’espressione: Julienne non è un semplice ristorante dove sicuramente parlano i piatti siciliani,e non solo, ma parla anche il buon pesce, il prodotto d’eccellenza, il gusto autentico anche di un piatto preparato sapientemente dalla mamma o dallo Chef Emanuele e che si ritrova vestito di eleganza e decoro per essere apprezzato da un clientela alta che sa mangiare e sa vivere.

Molto studio nella scelta dell’arredamento, del singolo particolare, dove ogni membro della famiglia, dal papà pittore, ai fratelli, alla mamma, ha potuto dare il proprio graffito e il proprio segno; varcando la soglia del ristorante, si sente e si legge, davvero un presente rivestito di passato il loro, e non solo un passato culinario, ma anche un passato di vita, quella vita che urla ancora e che si proietta nel futuro carica di obiettivi, e di grandi progetti, che non sono sogni ma sono davvero dei punti precisi, dei pilastri dove ancora una volta camminare a testa alta e fronte libera da nuvole oscure. Julienne è come recita il loro titolo il gourmet fatto in casa ma è anche molto di più, essendo operativo anche per un aperitivo a base di pesce crudo, per un drink, o per una cena esperienziale a tutto tondo, grazie ad un team professionale e preparato sotto la guida di Daniele, che vede in questo ristorante realizzato uno dei suoi tanti progetti, scritti su un foglio di vita, il suo.

In Daniele traspare l’ambizione di chi con una valigia, uno zaino di sofferenza, ma sofferenze mature, e di tanta sete di sapere e conoscenza, ha lasciato la sua isola, la sua terra, ma non ha lasciato quelle radici che anche se capovolte, volgono lo sguardo sempre lontano ad un orizzonte pieno di successi e di gratificazioni, e tanti complimenti il primo a se stesso al suo essere grande uomo, alla sua famiglia conchiglia di valori e di essenza, e al suo cuore che sempre ha voluto battere all’unisono con la sua mente per rispondere a impulsi positivi, all’ottimismo, all’amore, al non arrendersi mai, e a sorridere sempre pur con le rughe o gli spessori dei no.

Oggi Julienne è alta ristorazione a Roma ma è anche casa, e ricercatezza e gusto,  famiglia, e il sapore della domenica, dei pranzi luculliani, ma è anche sipario di un futuro che ancora si deve raccontare e che ha ancora molto da dire e da decantare a chi deve dire sì alla vita.

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