Nella bellissima Versilia, e precisamente a Pietrasanta soprannominata “piccola Atene” per la vicinanza alle cave di marmo di Carrara, all’interno di un’abitazione storica un tempo appartenente ad una contessa, da circa tre anni è stato aperto un boutique hotel di grande charme, dove la bellezza e l’arte si sposano con l’hospitality. Un incantevole location, immersa nel meraviglioso contesto della Versilia, territorio di cui il proprietario, Alain Cirelli, di origini francesi, fa conoscenza durante le scampagnate con gli amici a Pietrasanta, spostandosi da Firenze, città dove a quel tempo lavorava. Alain chef e collezionista d’arte, ama tutto quello che ha un’anima, che sa trasmettere sensazioni, e di Pietrasanta se ne innamora a prima vista, un territorio nel quale il clima, il cibo, le colline e il mare sanno farsi apprezzare in una sorta di Dolce Vita. Quando poi, acquista l’immobile, Alain sente di poterci mettere dentro tutta la sua realtà, fatta: della sua esperienza personale, perché dai 6 ai 18 anni ha vissuto nell’albergo di famiglia in Francia, allenato dunque a saper cogliere ogni minimo particolare; della sua professione da chef; e della sua forte inclinazione verso l’arte. Un trittico esplosivo, che rende l’hotel un qualcosa di veramente diverso dal solito, un luogo dove Cirelli ha fatto di tutto per far sentire ogni ospite come a casa, piuttosto che in un albergo, evitando, nella progettazione e realizzazione dei singoli ambienti, di ricreare i freddi standard stilistici, tipici degli hotel. Gli alloggi, infatti, costituiti da camere e suite sono stati tutti ideati con arredi ed elementi molto personalizzati, dove l’armadio ricercato, i tessuti e le mattonelle colorate fatte a mano in terracotta, escono dai format dell’hotelleria. Soprattutto per la presenza, nelle stanze e negli spazi comuni di opere d’arte, dove busti del rinascimento dialogano con quelli contemporanei di Igor Mittoraj, scultore di Pietrasanta. Diverse opere d’arte, che fanno parte della collezione personale di Cirelli, che vuole condividerla con ogni animo sensibile che guardandola sappia trarne un’emozione. E di animi di questo calibro, ce ne sono, visto che la clientela è costituita in maggioranza da artisti e collezionisti provenienti da tutto il mondo, che prendono il boutique hotel Paris, come punto di riferimento, di ritrovo, come il loro salotto d’arte.
L’intero palazzo, dislocato su tre piani, è stato ristrutturato in armonia con il contesto circostante, caratterizzato dalle mura di cinta del torrione medievale di Pietrasanta, su cui l’hotel si affaccia. Un intervento realizzato dagli studi di architettura Point 3 Architecture e Startt. Tra i due piani, sono state ideate due gallerie che terminano su una loggia aperta, e che accompagnano ogni ospite alla sua stanza. Di immenso fascino, poi, è il giardino, l’angolo preferito da Alain, in cui piante, fiori ed alberi sono di grande bellezza in ogni periodo dell’anno, progettato dal paesaggista Jean Mus.
La Regia della ristorazione è in mano all’executive chef Alessio Bachini, una cucina italiana contemporanea di alta qualità, molto radicalizzata nel territorio e realizzata con prodotti locali stagionali, dove il bilanciamento dei sapori rendono ogni pietanza un’altra opera d’arte. Tutti prodotti che provengono dall’azienda agricola Paradis Agricole, dove per quanto riguarda l’aspetto biologico inerente alle verdure, vi è tutto un lavoro sottostante che parte dalla scelta con l’agronomo della tipologia di seme, per poi dopo una serie di prove passare alla selezione e alla lavorazione in cucina. Una motivazione questa, che ha portato Bachini a lasciare dopo 18 anni, il Grand Hotel Principe di Piemonte, presso cui lavorava come chef nel ristorante 2 stelle Michelin Il Piccolo Principe. Una scelta dettata dall’istinto di volersi cimentare in questa nuova avventura progettuale molto al di fuori dai classici schemi alberghieri. Sicuramente un grande risultato per l’executive chef, che nel suo percorso professionale sente di dover ringraziare il maestro Maurizio Marsili, che gli ha trasmesso ed insegnato la passione e la dedizione per la professione culinaria, e Giuseppe Mancino con cui ha lavorato a stretto contatto per i passati 18 anni. Due figure importanti, come la sua famiglia che da sempre lo sostiene. Alessio al Paradis è entrato da gennaio 2023, e ci evidenzia dueprodotti che rappresentano l’elevata qualità di cui dispone il boutique hotel: le stringhe fagiolini, verdura tipica del territorio toscano e prodotta, come dicevamo, in loco nell’azienda agricola, e la cacciagione caratterizzata dal coniglio allevato sempre nell’azienda o dal fagiano con cui si farciscono i ravioli, cotto alla cacciatora con aggiunta di parmigiano e alloro. Prelibatezze da dover assaggiare.
Ad accompagnare con il giusto vino o bollicina i piatti elaborati da Alessio, ci pensa il sommelier Fabrizio Alari Esposito, da due anni parte del team del Paradis. Una passione, la sua, che nasce dal voler conoscere in modo approfondito cosa esprime un vitigno a livello territoriale e la filosofia del produttore, due elementi cardine che devono essere poi ritrovati nel bicchiere, attraverso tutte le qualità e le note del nettare. Ad essere proposte da Fabrizio sono in tutto 263 etichette, nelle quali si trovano produzioni in particolar modo toscane, bollicine, biodinamiche e grandi maison.
In sala, inoltre, a consigliare e ad accompagnare nell’esperienza gastronomica gli ospiti, troviamo il maître Giovanni Spadafora, mentre al pian terreno, con un dehors in piazza Crispi, si trova il bar Ariodante, dove il barman Gianluca Montanelli prepara dei gustosi aperitivi e signature cocktails.