Con le penne si scrivono ogni giorno molte storie, a volte banali appunti da sistemare, e se invece fossero loro, penne di ogni tipo colorate e forti, delle storie da raccontare? L’insegna nera e rossa è un piccolo apostrofo di stile nella Modena nascosta, lontano da turisti e palazzi storici: qui nelle vie lunghe e nebbiose nasce un pezzo della nuova storia della città. Nero e rosso nell’insegna, e invece i colori che qui ogni giorno vestono nuove penne da collezione sono molti più di quelli che l’occhio umano possa ricordare. È una vita giovane quella di PennaRossa Modena, ma non è l’oggetto preferito di una maestrina, non nasce per correggere o rimproverare uno sbaglio: quasi cinque anni fa inizia l’avventura dell’azienda per regalare pezzi unici a collezionisti e appassionati di tutta Italia. Il marchio nasce nel 2017 e porta con sé circa dieci anni di esperienza nel mondo della penna da collezione, dove il possesso diventa quasi un desiderio compulsivo e l’utilizzo è poi l’ultimo scalino di un nuovo legame che l’appassionato instaura con l’oggetto prezioso, e non va dato per scontato. Il più delle volte, il semplice e delicato possedere è tutto ciò che conta nel momento in cui si conquista per sé, o per un regalo prezioso, un oggetto di lusso e precisione. I processi produttivi dell’azienda sono interamente realizzati e seguiti a Modena: si parte dai materiali pregiati come la caseina o resine speciali fino alla creazione della confezione esterna, e tutto il processo è interamente realizzato a mano con frequenti e rigorosi controlli per garantire una penna perfetta e senza la minima imperfezione. Tutto nasce e finisce in Emilia Romagna, quindi, e il pulsante non spegne mai una passione o la perfezione, ma solo un piccolo passo della produzione, fino al successivo, fino alla prossima mano attenta e precisa brava a prendersi cura della nuova splendida penna, fino al suo diventare oggetto finito e pronto a una nuova storia nelle mani di un collezionista attento. Ecco una piccola curiosità, la raffinata cura per questi oggetti di bellezza: le creazioni sono dipinte a mano con lacche “Urushi” giapponesi, mediante un procedimento di stratificazione e laccatura a freddo sempre personale e sensibile, senza seguire nessuno stile esistente. Così si prende in prestito una tecnica raffinata per creare uno stile senza schemi né desideri di citarne altri, semplicemente seguendo una nuova via, quella del cuore di una giovane azienda che desidera spiccare nel panorama del collezionismo di penne di lusso. Le penne sono storie ispirate alla Musica, all’Arte e al Cinema: scorrono sensibili e leggere e in poche e chiare immagini vogliono mettere in scena un’emozione, quella nascosta nell’arte più delicata, capace di nascere da un’immagine, sì, ma per volare libera e diventare simbolo di qualcosa di più grande in una collezione. Il principale progetto di PennaRossa Modena è quello d’interpretare: non si gioca a copiare, ma ogni locandina, ogni scena oppure un quadro, diventa ispirazione e apre le porte alla creatività da trasferire sulla penna. Ogni tratto, ogni nuovo colore e creazione hanno le forme del tributo, di una produzione raffinata che immagina il potere del genio e resta prima di tutto appassionata nel modo di immaginare ogni nuovo oggetto prezioso. Oggi le penne sono vendute in tutto il mondo con distribuzione diretta tramite il sito, dove il cliente può richiedere il suo pezzo unico e ricevere le migliori attenzioni da parte di tutto il team: non esistono guerre di prezzi o sconti sulle creazioni, esiste una nicchia curiosa e pulsante di affezionati clienti che trovano nelle penne a marchio PennaRossa Modena il magico equilibrio tra estetica, qualità e prezzo, e soprattutto emozione. Qui nascono penne dipinte a mano di qualità, pezzi quasi unici con il sogno di imitare l’arte più vera e vivere delle sue stesse delicate emozioni: per ogni gioiellino sono realizzati al massimo dieci pezzi e in ognuno di essi si nasconde un po’ della passione del gruppo, la stessa che resta viva nella collezione o tra le mani di chi le possiede.
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di
Bettina Delia Monticone
28 Gennaio 2022