Ristorante La Scala: i gradini per raggiungere la bellezza culinaria di Roma. La cucina di Simone Bekhet regala emozioni nel cuore di Trastevere.

Sentirsi romano, appartenere ad una città con orgoglio e dedizione tanto da farne una compagna di viaggi instancabile; tanto da renderla protagonista del proprio lavoro e della propria cucina: questo è quanto fatto da Simone Bekhet, chef e socio del ristorante La Scala a Roma nel cuore di Trastevere.

Aver portato sin da piccolo la divisa di cuoco è stata la sua grande fortuna: ha infatti avuto l’opportunità di sentirti chef anche non essendolo, ma diventandolo mano mano, quasi inconsapevolmente. A Simone, infatti, è accaduto proprio così: la sua strada lo ha portato ad abbracciare la cucina con il passare del tempo, con un percorso che si è profondamente intrecciato con quello di suo fratello con il quale, racconta, ha incrociato il proprio destino.

Nonostante infatti Bekhet sia ormai chef di ristorante da sei anni, nella sua vita la passione per la cucina non è arrivata durante l’adolescenza, ma più tardi. Nato nella trattoria di famiglia – che i genitori rinominavano Dal Amatriciano, a San Giovanni – è stato inizialmente impaurito dalla dura vita di cucina, tanto che non voleva avere a che fare con questo mestiere.

A voler fare lo chef era suo fratello; Simone, invece, voleva essere un ingegnere. Dato che il mondo dell’edilizia lo affascinava, inizialmente ha deciso di studiare ingegneria civile; presto, però, si è reso conto che i libri non potevano appagarlo a pieno: era del resto un ragazzo giovane e vivace, e ancora non aveva la serietà necessaria per studiare.

Incredibilmente, però, presto le carte in tavola sono cambiate: mentre Simone ha abbracciato la vita del ristorante, suo fratello è diventato ingegnere gestionale.

Anche nel mondo della ristorazione, però, le sfide non sono mancate: un enorme passo in avanti è stato fatto quando ha deciso di diventare imprenditore di se stesso. A suo parere questo passaggio non è qualcosa che si può comandare: secondo Simone l’imprenditoria o la si ha nel sangue, oppure non la si ha affatto. Da sempre, Bekhet si sente stretto nel ruolo di dipendente; inoltre, non non si è mai percepito ancorato ad una singola situazione. Seppur la collaborazione con il padre nel Ristorante La Scala sia particolarmente forte a livello emotivo, Simone pensa comunque che, sempre con la giusta umiltà, la sua cucina potrebbe arrivare ovunque, indipendentemente dal contesto.

E infatti, in ogni ambiente in cui ha lavorato ha sempre dato il massimo, mettendo tutto se stesso, proprio come se l’intera attività fosse sua. Il perché di questo approccio è semplice: da sempre, Simone ha sempre agito e lavorato prima di tutto per sé stesso; per inseguire la propria passione e per amore, e questo lo ha portato a grandi risultati.

Oggi, Simone è chef e sommelier: ha deciso di intraprendere quest’ultimo percorso di specializzazione perché, dall’apertura della bottiglia all’assaggio del vino, per lui era incredibilmente stimolante. Presto, però, l’entusiasmo è scemato. Solo il mondo della cucina avrebbe potuto rianimarlo. Così, un po’ per curiosità e un po’ per gioco, è entrato per la prima volta in questo mondo, dove ha subito cercato di migliorarsi il più possibile.

Appena entratovi, tra l’altro, Simone si è reso contro del fatto che questa passione, in realtà, l’aveva da sempre in sé. Inoltre, dato che ciò che faceva gli riusciva bene, ha presto cercato di apprende il più possibile, senza dimenticare di mantenere un approccio estremamente umile.

Oggi Bekhet prova estrema gratitudine nei confronti dei suoi genitori: questi lo hanno introdotto nel mondo del lavoro sin da subito, e gli hanno inoltre permesso di crescere avvolto dai sapori e dalle bontà del sud (rimasti fortemente impressi fra i ricordi della sua infanzia).

Fra i suoi classici romani preferiti, indubbiamente la Carbonara, il cui legame con la città trova le proprie radici nelle antiche leggende della tradizione. Secondo lo chef, per mangiarne una di qualità sono imprescindibili cinque ingredienti: uovo, pecorino, pasta, guanciale e pepe; a fare la vera differenza, in particolare, sarebbe la loro qualità.

Nonostante si tratti di un costo, infatti, la materia prima è importante: se si spende molto sugli ingredienti è perché ci si vuole garantire il miglior risultato. La qualità, ovviamente, si paga, ma l’accortezza nei dettagli e la passione possono davvero fare la differenza.

Attualmente, Simone e il suo ristorante stanno cercando di aggiudicarsi il titolo di miglior carbonara di Roma. Fortunatamente, per lui si tratta di un grande cavallo di battaglia: la sua prima rivisitazione del piatto l’ha fatta a sei anni; poi, con il tempo, ha affinato la propria tecnica. Infatti, vivendo nel mondo della ristorazione sin da bambino ha presto desiderato fortemente provare a riprodurre i piatti anche a casa propria. Ovviamente, poi, le accortezze per una carbonara eccezionale le ha apprese nel tempo.

Fra dieci anni, Bekhet sogna di arrivare lontano. Quando hai una passione, infatti, questa porta necessariamente con sé altre cose, fra cui sogni e desideri. Soprattutto, per Simone la voglia di fare qualcosa di proprio c’è, ed è sempre grande: ad oggi questa è la sua priorità.

Intanto, però, mentre i suoi sogni prendono vita mano mano, la Scala è una realtà che sa regalargli grandissime sfide e che riesce a non deluderlo mai. Il ristorante è una vera e propria grande macchina che, aperta tutti i giorni per pranzo e cena, ospita ben 120 coperti e tanti clienti affezionatissimi; qui Simone lavora con fatica e gioia, come gli hanno insegnato i suoi genitori.

Le soddisfazioni sono state grandissime, e continueranno ad esserlo. Ormai, Bekhet ha cucinato per i più grandi, dal mondo dello spettacolo a quello della politica. Da vero appassionato romano, però, ha ancora un sogno nel cassetto: poter cucinare per Francesco Totti.

“Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l’intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d’essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza”.Questo sosteneva il grande poeta Johann Wolfgang von Goethe.  Per Simone Roma è questo è svettare in alto,  accarezzando i suoi sogni, accarezzando sua madre Rosita, accarezzando i suoi ricordi di infanzia, osservare il passato e le radici di suo padre, Daud,e poi prendere il volo svettare in alto dove solo l’amore di una città così eterna ti conduce.

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