La Sicilia e la sua incontaminata bellezza…
Palagonia, comune della città di Catania, in Sicilia, nota per i suoi innumerevoli agrumeti, è un gioiello incastonato in una corona, la Sicilia, che in ogni angolo regala e sa di regalare magnificenza e opulenza. Termini questi che si declinano nell’arte, nell’architettura e anche nella cucina; una cucina, quella siciliana, che decanta le sue origini e che risplende come un diadema in tantissime case e ristoranti.
Una cucina che si colora di oriente e di occidente, di nord e di sud e che vede nel viaggio e nella contaminazione, i suoi punti di forza; un viaggio, o meglio, un treno a vapore, prima, e a tutto gas oggi, su cui è salito a bordo tanti anni fa il neo stellato chef Roberto Toro, oggi executive chef della struttura alberghiera Belmond Grand Hotel Timeo con il ristorante Otto Geleng.
Il ristorante, che evoca nel nome l’artista tedesco morto a Taormina, noto per i suoi paesaggi bucolici, è un ristorante che si apre come un diario sull’arte, sulla cultura e sulla conoscenza della terra di Sicilia; la bellezza di Roberto, e quindi il suo meritato riconoscimento, risiede in questo: nel suo essere semplicemente grande e meravigliosamente unico.
Un luogo dove nutrire la propria anima oltre che il proprio corpo, con una cantina che vanta ben 900 etichette provenienti da tutto il mondo, con una grande attenzione per l’Etna e l’Italia tutta, attentamente selezionate dalla sommelier Simona Di Goro.
L’umiltà e la pazienza di Roberto, unite ad una forte tenacia e temperanza, oltre alla grande voglia di fare, dal giugno 2018, in pochi mesi lo hanno portato a raggiungere l’agognata stella ed il premio Barawards 2018 per il miglior ristorante d’hotel.
Premi questi che, per un animo puro come Roberto, sono come tracce d’inchiostro su una carriera tutta ancora da scrivere e sempre da migliorare, tenendo fermo il suo calamaio, quello dell’infanzia, dei suoi genitori, dell’amato padre che con la sua terra ha trasmesso a Roberto il suo valore più grande, ovvero l’umiltà, termine dalla parola latina humilis, “che sta sotto”, come il suo orticello che ogni giorno coltiva e che gli regala primizie genuine e buone.
Roberto ha viaggiato molto, ha appreso da importanti chef, come Massimiliano Alajmo, e poi ha voluto ritornare nella sua Sicilia per far crescere una regione e la sua città che merita solo di essere suonata con le note più alte: i suoi piatti, “i suoi figli”, come lui stesso li chiama, le sue creazioni che sono una spinta ed un’esplosione verso l’eccellenza.
La cucina di Roberto parla di lui e di quella che è la sua formazione: dalla scuola alberghiera a Giarre, ai viaggi a Copenaghen ed a Parigi, fino all’esperienza con Alajmo.
La sua cucina parla della sua infanzia, di papà Salvatore, dei suoi 3 fratelli, delle passeggiate in campagna, di come riusciva a toccare e annusare le materie prime, a sentire quell’odore che solo la terra sa trasmettere: quel profumo di vissuto e di nuovo che è una rigenerazione continua e costante e passa dalla mano dell’uomo, si evolve e si riaccatorcia, si addormenta e si risveglia.
La sua cucina emoziona e conquista con piatti come il maialino nero dei Nebrodi servito con mandorla pizzuta d’Avola e una riduzione dello stesso maialino con aggiunta di soia, o il baccalà alla ghiotta cotto a bassa temperatura, servito con crema di olive disidratate e olio extravergine di oliva, estratto di ciliegino, spuma di patata e capperi in polvere; o ancora i tortelli di pecorino liquido, basilico e gambero rosso di Mazara, serviti durante il G7 di Taormina del 2017 e tanto piaciuti al presidente degli Stati Uniti D’America Donald Trump, tanto da invitarlo a Washington, per sei serate a quattro mani con altri chef stellati.
Innumerevoli i successi meritati e tanti gli applausi raccolti, come i complimenti dal grande chef Massimo Bottura che ha colto la verità e la purezza della sua cucina; il sentire di Roberto rieccheggia in ogni singolo ingrediente e si fa portavoce in ogni piatto, perché per lui la cucina è verità e lavoro di squadra, famiglia e terra, casa e vita.
Ogni giorno con il suo sorriso entra in cucina e creando fa parlare di sé e della sua amata Sicilia: “incredibile è l’Italia e bisogna andare in Sicilia per constatare quanto sia incredibile l’Italia”.
Questo sosteneva Leonardo Sciascia, grande scrittore siciliano del secolo scorso, questo oggi dice lo spirito di Roberto che dalla Sicilia è partito e nella sua Isola è tornato da stellato, da vincente, da uomo vero.