Un mix equilibrato di creatività e tradizione che non dimentica mai di scegliere i migliori prodotti locali: questa è la cucina di Salvatore Gambuzza, chef attualmente operativo presso il Mangia’s Resorts di Torre del Barone, in Sicilia.
Pur proponendo la semplicità dei piatti più noti al pubblico, le rielaborazioni di Salvatore sono incredibilmente sofisticate, e si rivelano così estremamente appetibili sia per il palato che per gli occhi. La storia dello chef nel mondo della ristorazione, del resto, è cominciata lontano, in un piccolo mercato ortofrutticolo dell’Agrigento.
Qui, incantato da mille prodotti e materie prime – che per lui hanno avuto grande importanza sin dagli esordi – è stato travolto dalla voglia di avvicinarsi e scoprire il mondo della cucina, che giorno dopo giorno lo ha conquistato.
Ad oggi, i piatti di Gambuzza sono legati al territorio e la scelta dei prodotti è indubbiamente influenzata dai ricordi della sua infanzia; allo stesso tempo, però, il desiderio di innovazione è sempre forte, e nella sua ricerca gastronomica non è mai venuto a mancare.
Conseguita la maturità presso l’Istituto alberghiero Ambrosini, la formazione di Salvatore si è strutturata soprattutto grazie a numerosi viaggi, intrapresi sia nel nostro Paese che all’estero. Questi, in particolare, infatti, hanno saputo arricchirlo incredibilmente, dandogli modo di collaborare con veri maestri di cucina e di apprendere da loro moltissimo.
Ad esempio, all’età di 40 anni è volato nel Regno Unito, ad Oxford, dove ha raggiunto la cucina di Raymond Blanc, chef patron di Le Manoir aux Quat’ Saisons (hotel-ristorante da due stelle Michelin e da 9/10 nella Good Food Guide).
Tornato in patria nel 2001, poi, Gambuzza ha intrapreso un nuovo percorso come Executive-Chef presso il ristorante dell’Hotel Villa Athena, all’interno del sito archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.
Forte delle incredibili esperienze raccolte nel corso degli anni, Salvatore è riuscito a costruire una personalità culinaria incentrata su eccellenza e passione, basata sulla tradizione siciliana e votata a mantenere intatti e inalterati i sapori del territorio. Per fare tutto ciò, i prodotti utilizzati sono a km 0, ma vengono sempre sapientemente elaborati in chiave gourmet.
Dagli influssi della cucina tedesca a quella francese, fino al nord Italia, fra le proposte dello chef è possibile trovare tanta sapienza, dedizione e contaminazione. Colpisce un antipasto composto da baccalà (di ottima qualità e non molto salato) contrastato da una maionese di agrumi con un tondo di cipolla e timo; lo stesso vale per uno gnocco di calamaro con una crema al lemongrasse; infine, la ricercatezza non viene a mancare neanche nel dolce: un gelato al rosmarino con un trasparente di melone invernale di Alcamo e croccante esplicita il gioco di contrasti sempre ricercato.
A riconoscimento delle sue incontestabili abilità, inoltre, anche alcune importanti menzioni: oltre ad essere parte della guida Michelin, è stato per ben 4 anni presidente regionale della Federazione italiana cuochi. Attualmente si divide tra la cucina, corsi e consulenze esterne.
In definitiva, la stile di Gambuzza si caratterizza per ingredienti poveri, piatti ben curati e, soprattutto, per la continua voglia di azzardare con grande consapevolezza (fattore che riesce a stupire i commensali). E se in primo luogo viene ricercato sempre l’equilibrio, all’assaggio delle sue
prelibatezze si avvertono contrasti creativi e piacevoli, fatti di ricordi di infanzia e viaggi internazionali.
Quella di Gambuzza è una cucina in grado di esaltare i sapori della Sicilia grazie ad innovazione, tradizione e semplicità. Perché, dunque, non concederle una visita per lasciarsi stupire?