Nella splendida cornice di Pisa, la Villa di Corliano a San Giuliano Terme, ci racconta secoli di storia, arte e scienza. Questa villa rinascimentale, costruita tra il 1536 e il 1593 dalla famiglia Della Seta, è un capolavoro architettonico; un sito in cui storia, cultura e astronomia si intersecano in modi affascinanti. Dalle sue origini come residenza della gens romana Venuleia al suo ruolo successivo come centro dell’Accademia degli Svegliati, la villa incarna un ricco intreccio di influenze culturali. Tuttavia, ciò che distingue la Villa di Corliano è il suo unico fenomeno archeoastronomico: una “luce danzante” che si muove lungo le pareti affrescate durante l’equinozio, uno spettacolo visivo che continua a catturare e intrigare studiosi e visitatori.
Ma andiamo con calma e iniziamo a sfogliare insieme le pagine della storia di questa dimora storica.
La storia della Villa di Corliano è complessa e intrecciata con le linee del tempo degli eventi che hanno attraversato il territorio pisano. La villa fu costruita in epoca rinascimentale dalla famiglia Della Seta, un’importante famiglia mercantile pisana. Ma la fondazione della struttura risale a ben prima. Prima dei Della Seta, la terra apparteneva alla gens Venuleia, una distinta famiglia romana che svolse un ruolo essenziale nell’amministrazione della colonia romana di Pisa. I Venuleii erano conosciuti come duoviri, pretori dell’Etruria e membri dei sacri Fratres Arvales, un sacerdozio dedicato alle divinità agricole, che simboleggiava il legame tra i cicli della natura e lo stato romano.
Nel XVI secolo, la famiglia Della Seta trasformò il sito in una grandiosa villa, che divenne anche la sede dell’Accademia degli Svegliati, un luogo di incontro per intellettuali, artisti e filosofi, attratti dall’ambiente sereno della villa e dalla sua incarnazione degli ideali rinascimentali. La villa divenne un simbolo di raffinatezza culturale, dove l’arte e la conoscenza venivano coltivate e celebrate. Le sue sale risuonavano di discussioni sulla filosofia, la scienza e le arti, collegando la villa alle correnti culturali più ampie del Rinascimento.
La sua architettura è frutto della grande attenzione rinascimentale per l’armonia, la proporzione e la riscoperta degli ideali classici. La villa è un capolavoro di design: le sue proporzioni equilibrate e le eleganti facciate sono l’esempio perfetto dei principi architettonici dell’epoca. Il salone dei balli è particolarmente degno di nota, non solo per la sua bellezza estetica ma anche per la sua interazione unica con la luce, una caratteristica che ha attirato l’attenzione degli archeoastronomi.
Le finestre sono posizionate strategicamente per catturare i raggi del sole al tramonto, così da creare uno spettacolo luminoso durante gli equinozi. Questo fenomeno è una scelta di design deliberata che allinea la villa ai movimenti dei corpi celesti. Gli affreschi del salone, che raffigurano temi astrologici e mitologici, sono immersi in una luce dorata durante questi periodi, che va ad amplificare i loro significati simbolici e creano un dialogo tra arte e cosmo.
L’archeoastronomia è lo studio di come le culture antiche comprendevano e utilizzavano i movimenti dei corpi celesti. Nel caso della Villa di Corliano, questo campo di studi rivela la profondità dell’impegno rinascimentale sia con la conoscenza astronomica classica che contemporanea. Il fenomeno della “luce danzante” osservato nel salone della villa è un esempio lampante di questa intersezione tra architettura e astronomia.
Il simbolismo di questa “luce danzante” è aperto a diverse interpretazioni. Alcuni studiosi suggeriscono che rappresenti il trionfo della luce sull’oscurità, un tema chiave del neoplatonismo rinascimentale. Altri lo vedono come un riflesso del ruolo della villa come centro di apprendimento e illuminazione. Il percorso
della luce attraverso la villa, dal salone al coffee-house, rispecchia il cammino della scoperta intellettuale, dove la conoscenza è illuminata dalla luce della ragione.
La luce gioca un ruolo centrale nell’arte rinascimentale, non solo come fenomeno fisico ma anche come simbolo di saggezza divina e comprensione umana. Nel contesto della Villa di Corliano, l’interazione tra luce e spazio serve a rafforzare il legame della villa con gli ideali filosofici rinascimentali.
Gli affreschi nel salone dei balli sono intrisi di immagini astrologiche e mitologiche, ispirate alle opere di Marsilio Ficino, una figura chiave nel revival del neoplatonismo nel XV secolo. L’influenza di Ficino è evidente nel modo in cui gli affreschi sono progettati per interagire con la luce equinoziale, creando una relazione dinamica tra l’opera d’arte e il mondo naturale. Questa interazione può essere interpretata come una metafora per la ricerca rinascimentale della conoscenza, dove la luce del sole rappresenta l’illuminazione della mente umana attraverso la verità divina.
La “luce danzante” che si verifica durante l’equinozio è un evento simbolico, che rappresenta l’armonico bilanciamento tra il terreno e il celeste, il materiale e lo spirituale. È un promemoria della credenza rinascimentale nell’interconnessione di tutte le cose, dove arte, scienza e filosofia sono intrecciate in una visione del mondo unica e coerente.
Oggi, la Villa di Corliano rimane un sito di grande importanza culturale e storica. Continua ad attirare studiosi, storici e turisti affascinati dal suo ricco patrimonio e dai misteri che custodisce. Lo studio continuo delle sue caratteristiche archeoastronomiche, in particolare il fenomeno della “luce danzante”, ha aggiunto una nuova dimensione alla nostra comprensione della rilevanza della villa.
I coniugi Genovese Agostini, sono coloro che in questo momento dobbiamo ringraziare per renderci possibile soggiornare in questo meraviglioso tributo all’architettura rinascimentale dopo averlo sapientemente adattato alle esigenze del mercato.
L’attuale proprietario, il Conte Agostini, ha raccolto il testimone dallo zio. Sotto quest’ultimo questa meravigliosa dimora era una fattoria, votata alla produzione dell’olio extravergine d’oliva, ma si occupava anche di produzione vinicola e coltivazione del baco da seta.
Negli anni ‘70/’80 il Conte ha deciso di aprire il primo piano all’ospitalità, affittando le camere ai giovani studenti stranieri che si recavano in città.
Tra il 2004 e il 2005 Rosanna Genovese e suo marito, nipote del Conte, sono subentrati nella gestione della proprietà e hanno deciso di portare avanti l’attività, ma mettendola a norma per renderla una struttura ricettiva, in grado di accogliere, turisti che ne sapessero apprezzare la meraviglia. Così la Villa, posta sotto vincolo dalla Soprintendenza ai Beni Culturali, è stata ristrutturata. In realtà, nulla è potuto esser cambiato, tutto è stato mantenuto e riportato agli antichi splendori, per mantenerne la valenza storica e culturale.
Oggi è diventata una residenza storica che ospita un accogliente, artistico e mozzafiato bed and breakfast. Prima di arrivare a chiamarsi Villa di Corliano, la struttura ha vissuto una fase intermedia, in cui Rosanna è subentrata allo zio del marito, perché aveva da poco aperto la partita iva per un altro B&B. La struttura ha preso il nome di Relais dell’Ussero, dal nome dello storico Caffè dell’Ussero, a Pisa, di loro proprietà.
La clientela è davvero molto variegata. Tra le stanze del palazzo si possono incontrare moltissimi stranieri, intellettuali, collezionisti d’arte e persone estimatrici dell’arte e della cultura.
Villa di Corliano dimora storica offre tre suite e 9 camere standard, tutte di ampia metratura e dotate di ogni confort. Il parco circostante è di circa 6 ettari e al suo interno si trovano numerosissime piante e alberi, alcuni secolari.
Se stai pensando di trascorrere qualche giorno a Pisa, Villa di Corliano è la dimora giusta per regalarti un’immersione nella natura e nell’arte.