Stefano Bressani: la geometria tessile della materia

Al termine del Raid motonautico internazionale Pavia-Venezia non c’era soltanto il primo posto ad attendere il vincitore: il premio – la coppa Teo Rossi di Montelera, assegnata per il tratto Revere-Pontelagoscuro – consisteva infatti nella Testa da pilota di Stefano Bressani. Una delle manifestazioni ufficiali del Salone Nautico di Venezia, il quale – in accordo con il suo eloquente sottotitolo, “L’arte navale torna a casa” – è stato ospitato nel bacino dell’Arsenale.

Non si tratta del primo incontro tra la Serenissima e l’artista nativo di Pavia. Le sue opere sono state esposte nel 2019 alla mostra Friends nell’ambito della quale – in occasione della Venice Art Night – Stefano Bressani ha donato alla collezione permanente dei giardini dello Spazio Thetis la sua SKULTFLOWER Maliumbas Black Ball; ha esposto nelle edizioni Open19 e Open20 e gli è stato attribuito un premio speciale nel contest Open Arte Laguna del 2016. Collezioni estere ed italiane espongono il resto della sua produzione.

È stato Bressani stesso, insieme alle autorità veneziane e agli organizzatori, a consegnare il premio-scultura, una delle sue Sculture vestite. Si tratta di un busto, un pilota anonimo, che non restituisce al nostro alcuno sguardo, ma del quale riconosciamo istintivamente, come per effetto di una sineddoche, l’appartenenza al mondo sportivo, delle competizioni e dei motori. Non un individuo specifico, ma una raffigurazione ideale che immediatamente rimanda al concetto.

Le forme sono semplici, con pochi colori giustapposti a comporre un’immagine di chiara lettura, dall’impatto cristallino, nella quale ogni tinta dialoga con le altre. I colori, le due tonalità fredde di azzurro e un grigio quasi industriale, sembrano voler sintetizzare l’intera manifestazione sportiva con i suoi tre protagonisti: il pilota, il motore, l’acqua.

La semplificazione delle forme è però accompagnata dalla complessità delle trame e dalla ricerca attiva del dettaglio da parte dell’osservatore, che nelle opere di Bressani può far scorrere lo sguardo su textures differenti – in quella che lui stesso definisce “Sartoria dell’Arte” – che scompongono l’immagine ma al contempo conferiscono all’opera una fisicità materica, reale, che incentiva il passaggio visivo da un tessuto ad un altro.

Intrecciando fibre diverse, tessuti e capi d’abbigliamento, Bressani incoraggia l’osservatore a ricercare ed individuare quei dettagli quotidiani che lui ha ricomposto in una geometria cromatica fatta di materia, seppure da lui rielaborata e sintetizzata in una composizione dalla forza icastica.

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