Uno spaccato culturale tutto italiano. Il connubio tra storia e tradizione. Questa è la Serenissima Ducale e Comitale famiglia d’Este Orioles. La storica casata si fa portatrice di antichi valori volti ad “un presente e un futuro migliore”. Le radici della lunga tradizione nobile, ad oggi si articolano in attività di carattere sociale e culturale, tramite il Patrimonio Araldico e Istituzionale della Famiglia: l’Ordine dei Santi e Contardo e Giuliano l’Ospitaliere, l’Accademia di Studi Economici e Sociali “Estense” e la Onlus “Opus Sancti Contradus Atestinus”.
La lunga tradizione della famiglia d’Este prima e d’Este Orioles dal 1662, affonda le radici a Tortorici, cittadina Nebroidea in Provincia di Messina. Tra gli illustri personaggi della storia d’Italia nati nella cittadina siciliana, ricordiamo l’Onorevole Giuseppe Faranda e i Fratelli Denti dei Principi di Piraino, Generali dell’Arma durante le drammatiche vicende successive all’8 settembre 1943.
Fondata in epoca bizantina, molto probabilmente da popolazioni di origine greca che dal VII al VIII secolo si spostarono prima nell’Africa del Nord e successivamente si trasferirono in Sicilia e nell’Italia Meridionale, la città venne chiamata inizialmente Orice, in memoria della località Aures da cui provenivano. Risorta durante il periodo normanno, viene citata nel 1082 con il nome Turi Polit e nel 1151 come Terra di Turri Tidich e Turris Tudith. I primi documenti che la citano come Tortorici risalgono invece all’ XI secolo, quando Federico di Svevia concesse il territorio della cittadina a Guidone Pollichino. Nel periodo Angioino il feudo passò invece a Girardo e Bertrando de Artus mentre, con l’avvento degli spagnoli, tornò nelle mani di Pollichino. Successivamente, la proprietà cadde sotto Federico Moncada che rimase fino al 1597 quando la baronia fu venduta alle famiglie Mastrilli e Corbera. Un territorio quindi ricco di storia, motivo per il quale la famiglia d’Este Orioles, nei secoli successivi, decise di stabilirsi. Le prove della presenza della Famiglia nella città siciliana sono consultabili in una pubblicazione del 1975 sulla famiglia d’Este di Tortorici, sui suoi illustri personaggi principali e sul “monte frumentario” da loro istituito. Inoltre, in documenti risalenti e precedenti al 1586, risultano citati quattro fratelli d’Este (Domenico, Antonio, Cesare e Giacomo) come “Magnificus”, ovvero l’appellativo dato a chi ricopriva varie cariche municipali interne al Regno di Sicilia. Un riconoscimento che in seguito venne sostituito dal titolo di “Nobilis” proprio perché conferiva Dignità Nobiliare e che investiva anche i discendenti. È certo quindi che giunti a Tortorici, la Famiglia si inserì subito nel ceto nobile, ricoprendo cariche pubbliche per oltre tre secoli e funzioni di rango elevato sia nella Magistratura che nel Clero.
Comunque, fu solo nel XVII secolo che la città raggiunse il massimo sviluppo, quando vantando già il titolo di Città Regia, nel 1628 divenne la 41° Città Demaniale dell’Isola e luogo d’accoglienza per personaggi noti dell’epoca come il pittore Giuseppe Tomasi, lo scultore e pittore Antonello da Messina e altri maestri d’arte che contribuirono ad arricchire il patrimonio artistico e culturale di Tortorici.
Gli Estensi sono profondamente legati anche alla storia della Sicilia. Già nell’anno 972, Oberto II d’Este signore di Este, venne investito del titolo di marchese di Sicilia e principe del Sacro Romano Impero. In era Normanna invece, Héria, figlia di Roberto il Guiscardo e di Albegarda di Buonalbergo, sposò Ugo V del Maine, figlio di Azzo II d’Este e di Garsenda del Maine. Molti secoli dopo, in quegli stessi territori che prenderanno il nome di Regno della due Sicilie, ricordiamo Ercole I d’Este, cresciuto alla corte di Napoli dove visse fino al 1462, sposo di Eleonora d’Aragona, figlia del Re di Napoli Ferdinando I. E da questo matrimonio nacquero nel 1477 Ferrante e Ferdinando d’Este, fratelli di questi furono Alfonso I d’Este, il Cardinale Ippolito I, Giulio e
Isabella d’Este. Dalle varie diramazioni della Famiglia d’Este si generò il Marchesato di Scandiano e Principato di Montecchio, con Luigi I d’Este (1594-1664) che diede origine al Ramo Siciliano della Famiglia, senza dimenticare che il Conte di Guastalla e Duca di Mantova, Don Ferrante I Gonzaga, figlio di Francesco II e Isabella d’Este, fu Vicere di Sicilia dal 1535 al 1546, confermando ulteriormente il legame della Famiglia con la Sicilia.
Il ramo della famiglia Orioles che diede origine al Cognome d’Este Orioles è quello di Berengario III Orioles Barone di Sampiero Sopra Patti e Raccuja. In tempi più recenti, il discendente diretto Melchiorre e già residente nella Città di Tortorici ed è il padre di Don Francesco, Sindaco generale della città nel 1637. Don Francesco è nipote di Donna Felicita dei Baroni di Sampiero sopra Patti, figlio di Orazio Orioles, che fece sbocciare il Ramo Principesco di Castelforte. Dall’unione in matrimonio di Don Francesco Orioles con Donna Angila Romeo, nacque Donna Ioanna Orioles che sposò Don Antonino d’Este. Da questo matrimonio ci fu quindi l’unione dei cognomi e il perpetuarsi dello stesso come d’Este Orioles. Fu quindi questo Antonino a ricevere la Lettera Patente dal Vicere di Sicilia, il Duca di Sermoneta Don Francesco Maria Caetani, datata 1663, Regnante Filippo IV di Spagna e III di Sicilia, con la concessione del titolo di Conte al Ramo d’Este Orioles.
Fu sempre un Antonino, il 30 ottobre del 1798, a riceve il provvedimento di giustizia, vergato dalla residenza in esilio, da parte di S.A.S il Duca di Modena Ercole III d’Este, il quale concede al Ramo siciliano il Titolo Ducale, confermando anche le prerogative e le pretensioni della Famiglia Orioles.
I membri della famiglia nei secoli successivi hanno ricoperto tutti incarichi di Alta Dignità Magistrale e Clericale nel micromondo della Città di Tortorici, presenti nella trascrizione e pubblicazione degli Annali Comunali che vanno dal 1800 al 1861 “Tortorici Victoriosa Civitas” edito da Magi e a cura del professor Rosario Parasiliti. Tra i componenti della famiglia vi sono Capitani di Giustizia, Regi Senatori e Decurioni, chiamati spesso a ricoprire cariche di Governo della Città.
Ad oggi, la tradizione della nobile famiglia, continua con S.A.S. Don Antonino V d’Este Orioles, che per diritto ereditario a seguito di atto di successione, ne diviene Capo di Nome e d’Arme nell’agosto del 2010. Nato nella città natale dei d’Este Orioles nel 1968. Formatosi all’interno di una famiglia cattolica e praticante, fin dalla più tenera età viene dunque educato in parrocchia e in Azione Cattolica. Il padre ricopriva all’epoca l’incarico di Presidente Diocesano affidatogli dal Rev.mo Mons. Giuseppe Pullano Vescovo di Patti che oltre ad essere amico personale dei genitori, li unisce in matrimonio nel 1967. L’attaccamento ai valori cattolici e cristiani e la dedizione ai meno abbienti e ai più bisognosi, lo vedono coinvolto fin dalla giovane età nelle attività parrocchiali e di volontariato. Commercialista e revisore dei conti, si occupa di Management e Assistenza strategica alla Direzione in area economico/finanziaria per importanti aziende pubbliche, private ed in enti locali. Ha ricoperto e ricopre tutt’oggi importanti incarichi nel settore sanitario sia come Direttore Generale che come Direttore Amministrativo mentre nel tempo libero, continua a dedicarsi alle attività filantropiche e di beneficenza, soprattutto tramite le due istituzioni di famiglia: l’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere e l’Accademia di Studi Sociali ed Economici Estensi, fondate dal trisavolo, Antonino d’Este Orioles nell’anno 1860.
Per il Duca “avere un titolo nobiliare così importante ed essere a capo di un Casato molto antico non avrebbe senso se non fosse messo al servizio di chi più ne ha bisogno. Non bisogna dimenticare che i miei antenati fondarono il Monte Frumentario, nella città di Tortorici, elemento questo importante, che sottolinea l’impegno e la dedizione dei d’Este Orioles anche in tempi remoti nei confronti delle classi meno abbienti.”
Tra i progetti futuri, la Famiglia punta alla realizzazione di un “ambulatorio mobile” per permettere alle persone meno abbienti di accedere a prestazioni sanitarie specialistiche in maniera del tutto gratuita, oltre alla realizzazione della “scuola della vita” dove ragazzi e ragazze potranno apprendere la grande tradizione dell’artigianato Made in Italy. Per Antonino d’Este Orioles, le attività benefiche e di promozione del patrimonio culturale italiano, si fanno portatrici del concetto del “bello” che per il Duca è sinonimo di armonia, luce, fascino e del benessere che ne scaturisce. Il sorriso di un bambino o lo sguardo sereno di una persona anziana, sono per il Duca un concetto di Bello.
Ad affiancarlo da ormai dieci anni la Baronessa Loredana Dell’Anno. La coppia è convogliata a nozze sabato 7 ottobre a Frascati, in quello che è stato uno degli eventi più importanti del panorama aristocratico e imprenditoriale italiano.
Una lunga carriera nell’alta sartoria di lusso, il brand della Baronessa “Loredana dell’Anno Couture” è stato indossato da donne e uomini facoltosi del mondo dell’imprenditoria e dell’alta nobiltà italiana. La Baronessa, come il marito, è da sempre impegnata nel sociale a sostegno dei più deboli ed è la responsabile di tutte le attività caritatevoli dell’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere, sodalizio cavalleresco di collazione della Famiglia d’Este Orioles, che il 21 e 22 aprile ha celebrato il Capitolo 2023 nella splendida cornice del Carpegna Palace di Roma. Con l’arrivo della pandemia nel 2020 e la chiusura forzata di tutte le attività, è tornata ad impegnarsi quotidianamente nella sanità come infermiera volontaria della Croce Rossa italiana e passata la pandemia, decide di continuare ad assistere quotidianamente persone in difficoltà oltre a formarsi come operatore specializzato nell’applicazione della coppettazione, antichissima tecnica di medicina complementare conosciuta attraverso la Medicina Ildegardiana con cui si dedica dal punto di vista professionale per donare benessere. Tra i progetti futuri della Baronessa, la creazione di un luogo di pace esclusivo in Provincia di Viterbo, in una porzione di bosco acquistata da lei stessa tre anni fa e caratterizzata da due grotte scavate dai monaci benedettini, usate per l’eremitaggio.
Loredana Dell’Anno si fa portatrice del lusso Made in Italy che lei stessa definisce “il confine sottile tra eleganza e banalità” ma anche la possibilità di potersi regalare attimi di serenità lontano dal caos e dallo stress o poter impiegare il tempo segnato dall’orologio come si desidera, in piena libertà. E la Baronessa, oltre a dedicarsi alla sua attività nel mondo dell’alta sartoria, ha deciso di dedicare quello stesso tempo descritto perfettamente da lei stessa, nel volontariato e nelle opere benefiche.
Il lusso è stato protagonista anche nel suo matrimonio a Villa Tuscolana. Tra gioielli e abiti, ricordiamo le scarpe indossate da Loredana Dell’Anno, realizzate appositamente per l’occasione con tacco in plexiglass e decorate da cristalli Swarovski. La Baronessa inoltre, è anche Presidente di Premio Impresa Italia che si pone come obiettivo principale di dare merito alle eccellenze italiane. Durante il ricevimento quindi, sono stati consegnati sei premi a personaggi e aziende che hanno dato lustro al nostro Paese, soprattutto oltre i confini nazionali. Il Premio è stato presentato a febbraio anche a Bruxelles, al Parlamento europeo oltre ad essere riconosciuto anche dal compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
Tra le tante attività che vedono coinvolta la Famiglia d’Este Orioles, vi è anche la partecipazione a numerose iniziative. Tra queste ricordiamo le giornate di screening sanitario gratuito, organizzate nell’ambito del progetto “Cuore d’Italia” e patrocinate dalla stessa Casata e il viaggio umanitario in
Polonia e Ucraina a marzo del 2022: ancora una volta, l’instancabile lavoro della Baronessa insieme a Don Roberto Berruti e i ragazzi dell’oratorio Evviva Maria, ha visto l’importante partecipazione della Casa d’Este Orioles, l’Ordine dei Santi Contardo e Giuliano l’Ospitaliere e della Onlus Opus Sancti Contardus Atestinus in un’iniziativa istituzionale volta ad aiutare il prossimo: attraverso una fitta rete di solidarietà e le tante risposte ricevute si è riusciti ad avere a diposizione farmaci, alimenti, vestiari, coperte e la partenza di due furgoni stracolmi di beni di prima necessità e di un’autovettura con sei posti per il trasferimento in Italia di una famiglia Ucraina in fuga dal conflitto. Ma è solo l’inizio, i progetti in cantiere della Famiglia d’Este Orioles sono ancora tanti ma di una cosa siamo certi: il ruolo della Casata è stato quello di protagonista nelle tradizioni del passato e lo è tutt’oggi, nel mondo della Beneficenza e della filantropia.