C’è un’idiosincrasia tra Maria Estuardi e Lisa Bettarelli: due cantanti mediocri appartenenti al mondo neo melodico che, per meriti e demeriti, si ritrovano a calcare le tavole dei più importanti teatri d’ Italia e non solo. A confronto due donne. Dunque, infiniti mondi che convogliano a un obiettivo comune: lo spettacolo. Per tre serate, dal 14 al 16 giugno, è stata in scena al Teatro Sala Uno la nuova pièce di Gianni Guardigli diretta da Iolanda Salvato. Siamo a Napoli. Maria Estuardi, interpretata dalla dinamica Franca Abategiovanni, napoletana verace, soprannominata Maria Stunata e Lisa Bettarelli, Valentina Persia, romana di nascita, ma napoletana d’adozione, sono due cantanti neomelodiche che devono la loro popolarità non a un loro inconfutabile talento, ma a un indiscusso sostegno dei rispettivi «clan di appartenenza». Non si stimano, anzi come avviene spesso nel mondo dello spettacolo, non si sopportano. Una guerra continua è in atto fino a quando si ritrovano a calcare lo stesso palcoscenico nel musical tratto dalla Maria Stuarda di Schiller. Due ruoli e due personalità diverse: l’Abategiovanni disegna il suo personaggio in modo calibrato, Valentina Persia trova il suo cabaret all’interno del personaggio. Due opposti ben realizzati che attraggono l’attenzione dello spettatore. Una a destra e l’altra a sinistra del palcoscenico. Per rimarcare questa loro distanza sono intervenute le scene della talentuosa Alessandra Ricci. Due scene perché ogni prima donna pretende il suo spazio. L’Abategiovanni è contornata di napoletanità, dalle immagini di Cavani al Vesuvio si racchiude un concetto chiaro. Potenza delle origini. La Persia invece vive in un lusso ‘felino’. Gatti, gattini e schienale a forma di gattone. Anche qui il messaggio sembra essere chiaro. Parti delle scene sono mobili, si passa infatti dalle case, al momento dello spettacolo, a Broadway! Le scene curate con attenzione e arricchite da un’ «idea» hanno dimostrato che l’arte non si ferma al budget limitante ma supera in fantasia. Ricchi, apprezzabili e giusti i costumi firmati da Gloriana Manfra. Unito a tutto questo, il disegno luci di Marco Zara aggiunge un altro tassello per il meritato applauso. Lo spettacolo funziona. Atto unico a ritmo di risate. In scena due giovani malavitosi interpretati da Carlo Dilonardo e Antonello Pascale: parti brevi, ma interpretazione efficace. La macchina funziona. Tutta. È questa una commedia attuale, agrodolce, divertente, ironica, amara, dove la sete di potere e il desiderio di apparire sconfigge ogni senso morale. Oggi come ieri. L’autore precisa: «Nei classici, a partire dalla tragedia greca, fino ad approdare ai “classici moderni”, risiede l’origine di ogni conflitto, che ha posto le basi per la narrativa e la drammaturgia dei nostri giorni». Maria Stunata, divertissement comico con risvolti drammatici e grotteschi, è un vero spasso.
Veronica Meddi