Rivoluzione, modernità, influenza, queste sono le parole che meglio descrivono la leggenda di Paul Cézanne, il più rappresentativo dei maestri francesi della grande stagione impressionista, il cui ascendente sulla storia dell’arte contemporanea è stato enorme e fondamentale. La mostra, in programma fino al 2 febbraio 2014 al Complesso del Vittoriano, è un omaggio al maestro di Aix-en-Provence, ma anche e soprattutto, al suo incredibile influsso sulla pittura successiva e in particolar modo quella italiana. Ma l’esposizione si spinge anche oltre, analizzando l’importanza della lezione cezanniana sui diversi aspetti della vita artistica italiana del ‘900; i primi anni di Morandi, il tramonto e la disillusione futuristi di Boccioni, il sentimentalismo di Carrà, la perfetta architettura delle nature morte di De Pisis, la geometria di Sironi, il sofferente realismo di Pirandello. Gli Italiani sentono l’importanza dello stile di Cézanne, “padre dell’arte moderna” che, fin dall’inizio del XX secolo, non solo caratterizza l’ispirazione creativa degli interpreti, ma ne influenza in generale l’esistenza. Tutto inizia nel 1907-1908, quando l’intellettuale e artista Ardengo Soffici, di ritorno da un soggiorno parigino, racconta le sensazioni provate di fronte alle opere di Cézanne sulla rivista Vita d’Arte, creando il mito nostrano dell’artista francese, che diventa così la pietra di paragone di tutti coloro che aderiscono alle istanze più innovative della cultura europea, grazie anche al grande interesse suscitato dalla sua incredibile parabola biografica. Da lì in poi egli verrà ritenuto un modello, per la scintillante innovazione della sua produzione giovanile, per l’originale adesione al movimento impressionista, per la corposità volumetrica delle sue opere mature e per la capacità di sprigionare il colore, fino a spingersi verso il Simbolismo, quando la realtà per lui, divenuto vecchio, si unisce indissolubilmente al desiderio spasmodico di eterno. Il percorso è concepito come un racconto, un romanzo sognante. Cézanne si può definire squisitamente italiano poiché sostiene, nella sua opera e con il suo pensiero, i capisaldi dell’arte italiana come la compresenza della geometrizzazione della realtà e dell’astrazione. Fu definito un pazzo e un primitivo, come Giotto, che guardava alla realtà e la trasformava in forme geometriche e il suo comportamento fu di grande ispirazione per i suoi “discepoli”. Precursore del Cubismo come del Futurismo, influenzò anche il Classicismo successivo (Carrà) ed è presente non solo nell’opera dei grandi artisti, ma diffuso in tutti gli anni ’20 e ’30, fino agli anni ’60 (Pirandello). Un evento eccezionale, che legge la vita del maestro impressionista in una chiave diversa, che racconta l’Impressionismo stesso con originalità e nobilita ed esalta anche l’arte italiana.
Cézanne e gli artisti italiani del ‘900
Roma – Complesso del Vittoriano Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
dal 5 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014
info: tel. 06 6780664 www.comunicareorganizzando.it
Patrizio Pitzalis