L’Impressionismo più ‘intimo’ in mostra all’Ara Pacis

Al Museo dell’Ara Pacis, come unica tappa europea, dal 23 ottobre al 23 febbraio sono esposti i 68 dipinti della National Gallery of Art di Washington, che costituiscono la collezione impressionista e post impressionista nata nel 1936 grazie alle donazioni del magnate Andrew W. Mellon, grazie al quale si deve la nascita della stessa National Gallery.
Le 68 opere sono divise per tematiche che vanno dal paesaggio al ritratto, alla natura morta, alla figura femminili e alle rappresentazioni della vita quotidiana, seguendo una linea temporale da Boudin, maestro di Monet conosciuto come precursore dell’Impressionismo sino ad arrivare al massimo esponente dell’espressionismo, Monet, e alle opere dell’inizio 1900 di Viullard e Bonnard. E’ una mostra importantissima in Italia, dove le opere degli impressionisti francesi ed olandesi sono piuttosto scarse e dove i suggerimenti impressionisti volgeranno verso il divisionismo. I colori della tavolozza vengono ridotti ai soli colori del prisma, senza mescolarli, ma accostandoli sulla tela in modo da dare l’ “impressione” del colore che l’occhio percepisce nell’insieme. Tra gli italiani che assorbiranno questa nuova visione della pittura De Nittis, nel 1874 sarà invitato da Degas a esporre con gl’impressionisti, Federico Zandomeneghi, si differenzierà per l’acutezza del disegno tagliente, Antonio Mancini, l’accorderà col gusto classico e di sapore secentesco della terza dimensione, Michetti la concilierà con la sua osservazione realistica, la sua particolare concezione dei problemi di forma-colore col suo desiderio di sintesi e di potenza espressiva, Armando Spadini dall’esperienza impressionistica cercherà di raggiungere attraverso il particolare gli universali eterni.
In mostra ammiriamo gli assolati prati di primavera di Alfred Sisley, le affascinanti nature morte di Edouard Manet e Paul Cézanne, gli intensi interni “Nabis” di Pierre Bonnard e Edouard Vuillard, i colori saturi e vibranti di Pierre-Auguste Renoir, opere che rendono evidente ora al pubblico italiano come questa pittura sia stata fondamentale nella storia dell’arte, quanto sia stata innovativa e dirompente rispetto al gusto accademico che la precedette.
I pittori impressionisti cercano, osservando la natura, di cogliere la prima impressione visiva, quella che l’occhio riceve senza soffermarsi sui particolari: sarà la nostra mente a percepirne l’effetto d’insieme. Ma soprattutto mutano i soggetti. Vengono rappresentati paesaggi naturali, scene di vita quotidiana nelle grandi città, gli interni dei caffè, i teatri, persone colte in atteggiamenti familiari, come la Natura morta con ostriche di Manet o i Cavalli nella brughiera di Degas fino a Lotta d’amore di Cézanne.
Si iniziano a studiare le leggi dell’ottica che insieme all’invenzione della fotografia influenzeranno molto gli impressionisti che dedicheranno studi accurati ai fenomeni fisici e percettivi della luce.
Quando si parla di Impressionismo si pensa a Parigi o ad Amsterdam, al Museé d’Orsay o al Museo Van Gogh. Ma esiste anche un altro Impressionismo, i cui temi si discostano spesso da quelli “ufficiali” e più noti. Nella mostra che sarà esposta per quattro mesi al Museo dell’Ara Pacis si passa dalle marine di Boudin, precursore di un modo nuovo di intendere la pittura, all’aperto, ad un clima più mondano, parigino, attraverso ritratti ed autoritratti dei protagonisti e delle loro muse, magnifico, dovendone scegliere uno, il Ritratto di Madame Henriot dipinto da Renoir nel 1876. E si conclude con le ultime sale dedicate a Bonnard e Vuillard. E dunque si rivela l’anima più intima dell’impressionismo, che ama cogliere i propri soggetti in atteggiamenti familiari, in scene di interni e momenti di vita quotidiana rubati dal pennello dell’artista. Forse perché qui sono esposte le opere scelte personalemte da Ailsa Mellon, per le sue stanze (non a caso, il titolo internazionale della mostra è ”Intimate Impressionism”).
Tra i tanti capolavori esposti si potranno ammirare: “Alle corse” (1875) di Manet ; “Argenteuil” (1872) di Monet (nella foto); Madame Monet e suo figlio (1874); “Raccogliendo fiori ” (1875).“Giovane donna che tesse i suoi capelli” (1876) e “Ritratto di Madame Henriot” (1876) (in foto) di Renoir ; “Letti di fiori in Olanda”(1883), tra le prime pitture di paesaggio di van Gogh ; “La battaglia dell’amore”(1880) e le nature morte di Cézanne ; “ballerine dietro le quinte” (1876/1883) e “Autoritratto con colletto bianco” (1857) di Degas ; “Autoritratto dedicato a Carrière”(1888 o 1889) di Gauguin ; “Studio per “La Grande Jatte” (1884-5) di Seurat ; “Carmen Gaudin”(1885) di Henri de Tolouse-Lautrec . Sarà esposta anche “Sorella dell’artista alla finestra” 1869), un’opera della protagonista femminile dell’Impressionismo Berthe Morisot , la cui pittura fu definita da Mallarmé come una sintesi di “furia e nonchalance”.La mostra “Gemme dell’impresionismo ” fa parte di un progetto Dream of Romedi scambio internazionale  Galata capitolino in America

 

 

 

Box informazioni:

 

Gemme dell’Impressionismo

Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta

Dal 23 ottobre 2013 al 23 febbraio 2014


Info 060608

 

 

Silvia AndriuoliLayout 1

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares