La mano di Frida Kahlo autrice di ritratti, autoritratti ed altre opere si mescola con una varietà di stili e significati attribuiti al linguaggio ed all’universo simbolico di lavori del grande amore della pittrice, Diego Rivera.
Un intreccio di elementi composito, che caratterizza un complesso percorso umano ed artistico, sia individuale sia parallelo, che sarà possibile rivivere grazie alla mostra La Collezione Gelman: Arte Messicana del XX Secolo, in programma dal prossimo 19 novembre 2016 a Palazzo Albergati a Bologna.
Le sale della costruzione cinquecentesca bolognese fanno da cornice all’esposizione di testimonianze legate al Messico e ad alcune fasi della storia politica del paese, insieme ad una panoramica sulla corrente artistica entro cui figurano Frida e Diego, protagonisti di una storia passionale che ha animato la pittura del Novecento.
Una vita sofferta e travagliata quella di Frida, cominciata nel 1907 nel segno di un’affezione da spina bifida, alla quale si aggiunsero le conseguenze fisiche e psicologiche dell’incidente avvenuto in età giovanile, che condizionò la salute della donna per il resto della vita. Forte di uno spirito indipendente e della propria tensione morale, la pittrice fece dell’arte la sua personale vocazione, coltivandola da autodidatta con alcuni iniziali autoritratti. Conobbe il pittore Diego Rivera, divenuto in poco tempo una guida professionale, così da introdurla verso la scena politica e culturale del Messico. Il rapporto tra i due si rafforzò in chiave sentimentale, e sfociò nelle nozze nel 1929, nell’ambito di una storia intensa e passionale ma tormentata, dovuta anche alle pene per la maternità mancata. La condivisione con Rivera dell’impegno politico e della ricerca artistica permise a Frida di elaborare un proprio linguaggio espressivo, in grado di fondere elementi surreali e naïf in atmosfere ed immagini di richiamo alle origini, all’arte popolare ed a folclori precolombiani. In particolare, i successivi contatti con André Breton ed il gruppo surrealista francese dirottarono l’artista messicana verso l’esecuzione di autoritratti intrisi di un realismo violento e visionario, accanto a nature morte desolate, talvolta inquietanti.
L’esposizione intende raccontare la vita e l’arte profonda e provocatoria di Frida Kahlo, anche attraverso oggetti come fotografie, abiti, gioielli, pagine dei diari, che insieme alle opere pittoriche offrono un’ampia retrospettiva sulla figura della protagonista. La mostra diviene altresì un’occasione per scoprire nomi di autori meno noti dell’epoca, rivelandone la portata creativa ed il contributo artistico: Maria Izquierdo, David Alfaro Siqueiros, Angel Zarraga e Rufino Tamayo.
Curato da Gioia Mori, il progetto è promosso dal Comune di Bologna, ed organizzato da Arthemisia Group, con il patrocinio dell’INBA (Instituto Nacional de Bellas Artes).
La mostra sarà visitabile fino al prossimo 26 marzo 2017. Per info e maggiori dettagli: www.palazzoalbergati.com.
Clara Agostini