Una storia con un lieto fine. Il “Cratere di Eufronio”, un’importante opera dell’antichità, torna a Cerveteri dopo un iter durato quarant’anni. Le vicende sono degne di una sceneggiatura hollywoodiana: il vaso dissepolto illegalmente dai tombaroli nel 1971 e venduto al mercato nero dell’arte, era stato acquistato dal Metropolitan Museaum of Art di New York, dove era esposto da anni. Dopo intense contese diplomatiche con gli Stati Uniti, l’ambito vaso è tornato in Italia nel 2008 e solo recentemente nel luogo del suo ritrovamento, Cerveteri. L’opera di grande valore archeologico, capolavoro della ceramica attica del V secolo a.C. e unico vaso di Eufronio arrivato intatto fino a noi, è giunto al Museo Nazionale Cerite della città laziale per ricongiungersi straordinariamente con la kylix (coppa da vino) dello stesso autore, uno dei pittori ceramografi più celebri dell’antichità greca antica. Il cratere, forgiato nel lontano 515 a.C., mostra una scena della Battaglia di Troia, narrata nell’Iliade: il recupero dal campo di battaglia del corpo dell’eroe Sarpedonte sotto gli occhi attenti di Hermes. Il vaso ha una struttura maestosa: 55 cm di larghezza, 24 di altezza e ben 45 litri di capienza.
In occasione della cerimonia organizzata il 18 dicembre in onore del ritorno del vaso a “casa”, il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha parlato dell’importanza di ricondurre l’arte ai suoi luoghi originari: «Il patrimonio culturale deve essere distribuito nel Paese». Il ministro ha espresso il desiderio che l’opera non venga spostata dalla cittadina laziale nel periodo dell’Expo 2015, aprendo uno spiraglio sulla possibilità di conservare il vaso in loco in maniera permanente, evitando il previsto ritorno al Museo di Villa Giulia di Roma: «Credo che la mostra di Cerveteri sul Cratere di Eufronio vada prolungata anche nel periodo dell’Expo, che va da maggio a ottobre. E poi, chissà». Di questo augurio è il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, il quale non ha mancato di far notare al ministro il suo desiderio di vedere il cratere destinato in via definitiva al museo Cerite. L’occasione, che ha visto anche la partecipazione del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dell’assessore regionale alla Cultura Lidia Ravera, ha permesso di affrontare il tema del “saccheggio” subito dal patrimonio culturale italiano a causa degli scavatori clandestini e del mercato nero, un traffico milionario ed internazionale che ha privato illegalmente il nostro paese di circa un milione e mezzo di materiali archeologici solo negli ultimi quaranta anni, di cui sono tornati solo 300. Riportare i beni nei luoghi dove sono stati depredati e renderli fruibili alla collettività, potrebbero essere due armi per combattere la depredazione del nostro bel paese.
Francesco Consiglio