Dal 9 maggio al 26 luglio 2015 Pistoia (a Palazzo Sozzifanti) omaggia a 100 anni dalla nascita Alberto Burri con una mostra intitolata “Burri e Pistoia. La Collezione Gori e le fotografie di Amendola. Per capire cosa si nasconde dietro le opere di Burri non serve un critico d’arte ma un fotografo come Aurelio Amendola. Promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e curata da Bruno Corà, l’esposizione è soprattutto una sorta di narrazione del rapporto di amicizia tra l’artista e il fotografo Amendola e tra Burri e Giuliano Gori. Il percorso espositivo presenta un nucleo significativo di lavori appartenenti alla collezione di Giuliano Gori (i “Legni” le “Combustioni”, i “Ferri”, le “Plastiche”) che definiscono in modo emblematico il rapporto di Burri con ‘la materia’ da trasformare in pittura. Le opere in mostra sono affiancate da un ricco repertorio di fotografie di Aurelio Amendola, a lungo collaboratore e testimone dell’azione artistica del Maestro. Istantanee che forniscono un fedele ritratto dell’artista e dell’uomo. Il rapporto di Alberto Burri con la città di Pistoia è testimoniato anche dal Grande Ferro Celle, scultura progettata espressamente dall’artista nel 1986 per lo spazio aperto lungo la strada che unisce Montale a Pistoia, nel punto di accesso alla Fattoria di Celle di Santomato, sede della Collezione Gori. Perfettamente inserita nell’ambiente circostante la scultura attraverso l’incrocio di ogive metalliche, dà origine a differenti inquadrature e punti d’osservazione del paesaggio. “Fa parte della serie di sculture che Burri aveva il bisogno di realizzare in occasione di avvenimenti straordinari – afferma Gori – come la Biennale di Venezia o Kassel”. In mostra, oltre ai notevoli pezzi della collezione Gori, riferibili in gran parte agli anni Cinquanta, si potrà ammirare l’opera di rilevante valenza storica Sacco (del 1952) prestata dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello. I sacchi rappresentano un pezzo importante della storia di Burri e dell’Italia dopo l’ultima guerra. Possono essere considerati la risposta dell’arte italiana ai linguaggi dell’informale. L’allestimento porta la firma dell’architetto Tiziano Sarteanesi, storico curatore degli allestimenti delle esposizioni dell’artista. Un protagonista e soprattutto un’artista moderno e contemporaneo che ha saputo demolire e riconfigurare la pittura occidentale.
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Noemi De Roma