Bella storia di integrazione culturale a Casal Bernocchi, nella periferia sud di Roma. Durante gli scavi per la costruzione di una chiesa ortodossa, portati avanti dalla comunità rumena, sono stati rinvenuti i resti di un borgo romano di 1900 anni fa, completo di complesso termale con semplici mosaici, di un mausoleo del I secolo d.C. e di un sepolcreto che conserva ancora scheletri e alcuni manufatti. La scoperta permette di far luce sulla storia di questa borgata alle porte di Roma, costruita negli anni Sessanta nell’area di Malafede e collegata alla capitale dalla via Ostiense.
La vicenda è iniziata nel 2014, quando la comunità rumena di Roma, guidata da Padre Gheorghe, ha ottenuto un terreno per la realizzazione della chiesa ortodossa dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme. Dopo l’acquisto dell’area verde, la Soprintendenza archeologica di Roma si è fatta carico della faccenda: le mappe archeologiche indicavano possibili resti romani, era quindi necessario procedere alle indagini preventive. I lavori sono proceduti tra aprile e luglio 2015 con il sostegno della comunità rumena del X Municipio (circa 1.500 persone) che ha fornito volontari e fondi. Da lì in avanti i ritrovamenti si sono susseguiti, svelando un abitato romano, probabilmente un “vicus” cioè un borgo rurale, che copre un periodo compreso tra il I e il V secolo d.C. Le tombe ritrovate sono in tutto 59 e 56 gli scheletri: con una mortalità media tra 20 e 40 anni e la presenza di 6 resti di bambini, ma pochi neonati, gli studiosi hanno compreso che si tratta di cittadini del ceto medio-basso, che non erano però impegnati in attività lavorative molto usuranti. Sono pochi, infatti, gli elementi di corredo ritrovati: qualche moneta, un anello e alcuni bracciali.
Mentre i sepolcri sono stati spostati per essere analizzati e studiati, il mausoleo, le terme e le altre rovine riemerse verranno risotterrate “Perché non ci sono fondi, né il contesto per un’opera di conservazione e valorizzazione dei reperti”. Durante la presentazione del sito, avvenuta in presenza di Padre Gheorghe, il Soprintendente per l’area archeologica di Roma Francesco Prosperetti ha spiegato il possibile futuro della nuova area archeologica: la costruzione della chiesa ortodossa, interrotta per permettere le indagini, riprenderà ma in una variante più piccola, parte delle rovine saranno probabilmente integrate con il moderno luogo di culto.