Palazzo del Monte di Pietà a Padova fino al 31 maggio ospita l’esposizione fotografica Questa è guerra! Cento anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia: 160 immagini, frutto dell’accurata selezione di Walter Guadagnini, ripercorrono i conflitti più cruenti del Novecento e alcuni di sviluppo più recente e tutt’ora in corso.
La mostra spazia dai reportages di celebri artisti del ventesimo secolo, che gettano luce sulla Grande Guerra, la guerra civile spagnola, la Seconda Guerra Mondiale e la guerra in Vietnam, fino alle testimonianze di cittadini reporter sui combattimenti degli ultimi decenni che hanno insanguinato l’ex Jugoslavia, l’Iraq e l’Afghanistan. Decine di immagini ripropongono i conflitti contemporanei in Congo, Libia, Palestina e Sudan, e le violenze dei tempi odierni, prodotto del dilagare del terrorismo dopo l’attacco alle Torri Gemelle e dei focolai di guerra tra Ucraina e Russia.
Gli scatti fotografici in esposizione esaltano il potenziale di tale tipo di raffigurazione in termini di suggestione e di capacità evocativa, per stimolare la riflessione sulla crudezza e la tragicità delle guerre del passato e del presente. Le immagini mirano a documentarne la portata e l’incidenza sulla condizione dell’uomo di ieri e di oggi, per accrescere la consapevolezza dei drammi umani che vi hanno trovato origine.
La guerra quale teatro di sangue e di violenze è al centro dei ricordi dei soldati combattenti durante la Grande Guerra, e dei familiari lontani in attesa di loro notizie, come dimostrano le prime fotografie realizzate all’epoca, che ben ne attestano le novità tecnologiche. Vedute aeree ed immagini di carri armati della sezione dedicata al primo conflitto mondiale provengono dal Museo della Terza Armata di Padova, costituendo una fonte preziosa di testimonianza storica.
Seguono le fotografie della principessa Anna Maria Borghese, nobildonna romana appassionata di fotografia e membro della Croce Rossa al fronte, ricorsa alle prime macchine istantanee Kodak per documentare da vicino la vita quotidiana dei militanti.
Il racconto della guerra civile spagnola attinge direttamente dalle rappresentazioni dei soldati e dai primi servizi fotografici giornalistici, tra i quali si inserisce l’icona simbolo della storia della fotografia de ‘Il Miliziano Caduto’ di Robert Capa, esposto accanto allo scatto di Gerda Taro, sua compagna, ad una miliziana in fase di addestramento allo sparo.
La Seconda Guerra Mondiale è oggetto dei reportages dei grandi della fotografia del Novecento, quali Robert Capa, August Sander, Ernst Haas, Eugene Smith, Henri Cartier-Bresson, Bill Bandt ed Eugeny Chaldey: ad esclusione delle scene di soldati in battaglia proposte da Smith, le immagini presenti alla mostra guardano principalmente alle tragiche conseguenze della guerra sull’uomo e alle distruzioni materiali, effetto dei bombardamenti e delle prime sperimentazioni atomiche.
Le successive guerre in Algeria e in Vietnam vengono analizzate attraverso ritratti e scatti fotografici, che esprimono la condanna e lo scetticismo quali componenti del sentire comune al riguardo.
L’ascesa del mezzo televisivo nella seconda metà del Novecento apre ad un modello di narrazione dei conflitti contemporanei parallela a quella fotografica, trovando massimo esempio nei reportage realizzati da Gabriele Basilico, Richard Mosse, Luc Delahay, Gilles Perress e Taysir Batnjj.
Infine, Boris Milkhailov e Adam Broomberg & Oliver Chanarin si segnalano per la visione contrapposta sul conflitto in Ucraina, accostando i tragici eventi bellici al lieto fine spesso legato a pura casualità.
La mostra include anche la navigazione in siti internet dedicati alla tematica del conflitto, per completare la panoramica sulle modalità della sua rappresentazione da parte del mondo dell’informazione, ponendo l’attenzione sul rapporto tra la guerra e i differenti strumenti espressivi artistici.
Clara Agostini