Nuove polemiche e nuova brutta figura per l’Italia nei giorni delle festività natalizie. Pompei, uno dei siti archeologici più importanti al mondo, è rimasto chiuso il giorno di Natale e rimarrà chiuso anche il giorno di Capodanno perché non si sono riusciti a garantire i fondi per il mantenimento del personale
Non era possibile il pagamento degli straordinari ed è stata la Sopraintendenza, in accordo con i sindacati, a deciderne la chiusura.
Grande l’ira degli albergatori della zona turistica. Rosita Matrone, presidente dell’ADAP, non ha nascosto il suo risentimento: «Una scelta che si tradurrà nel collasso economico dell’intero settore turistico-ricettivo». Reazioni indignate anche da parte di Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale: «È incredibile che Franceschini abbia consentito un danno incalcolabile per l’economia turistica di Pompei e la reputazione italiana». Prevedibile inoltre la protesta delle agenzie di viaggio, che avendo già venduto servizi legati all’area in questione, si sono trovate nella situazione di dover risarcire ai propri clienti alcune prenotazioni annullate.
Il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini ha replicato prontamente alle proteste dei tour operator: «Sono polemiche estemporanee. La chiusura è stata decisa con i sindacati e dettata dalla bassa affluenza di turisti durante le festività». I costi per mantenere fruibile le rovine della città repubblicana romana, famosa in tutto il mondo per la tremenda eruzione del Vesuvio del 79 d.C., avrebbero decisamente superato i ricavi previsti: «Nel 2013 a Natale sono stati staccati 800 biglietti. In una domenica normale gli ingressi sono quasi 20 mila». Non si tratta sicuramente di una decisione eccezionale e originale. In giorni di superfestività molti luoghi della cultura, aree archeologiche e musei restano chiusi sia in Italia sia in Europa: perfino il museo del Louvre di Parigi non apre né a Natale, né il primo giorno dell’anno. Si potrebbero citare, a titolo di esempio, i nomi di alcuni grandi musei chiusi il 25 di dicembre: il British Museum, la National Gallery e la Tate Modern di Londra, l’Ermitage di San Pietroburgo, il Moma e il Gugghenheim di New York e i Musei Vaticani di Roma.
Sembra quindi che, data la sua importanza storica e (soprattutto) i recenti scandali, primo fra tutti il crollo della Domus dei Gladiatori nel 2010, ogni notizia che interessi il sito archeologico di Pompei si trasformi rapidamente in polemica e quindi in pane per le speculazioni mediatiche.
Francesco Consiglio