Carrà, Casorati, de Chirico, de Pisis, Savinio, Severini, Sironi, oltre a Bucci, Donghi, Dudreville, Funi, Malerba, Martini, Oppi e Wildt: la storia dell’arte italiana del primo Novecento si è arricchita dei contributi di artisti dal linguaggio innovativo e dalla produzione diversificata, al tempo stesso ispirati dall’antico e proiettati al moderno. Al periodo tra le due guerre ed il ventennio fascista, e ad alcuni tra i maggiori protagonisti in campo figurativo guarda l’esposizione Un’eterna bellezza, in programma al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto dallo scorso 2 luglio.
Con una panoramica su esperienze e stili caratterizzanti gli inizi del Ventesimo secolo, la mostra è la prosecuzione ideale e storica della precedente I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo, ospitata al Mart nel 2016. Realizzato in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, il progetto si compone di sette sezioni illustrative curate da Beatrice Avanzi e da Daniela Ferrari, presentando alcuni prestiti internazionali accanto ai lavori già conservati al museo trentino.
Gli oltre cento capolavori esposti richiamano ad un contesto storico segnato dalle ricostruzioni post-belliche e dall’ascesa dei fascismi, eventi che spengono il sogno di progresso per molti artisti europei. Frustrazione e delusione favoriscono la riaffermazione della ragione sulla follia emersa con la guerra, ed il recupero della lezione classica in opposizione alle rivoluzioni introdotte in termini di estetica dall’arte cubista, espressionista, e futurista.
L’itinerario artistico in mostra si gioca su universo di rimandi alla tradizione del passato. Temi e motivi del repertorio classico affiorano dalle sezioni dedicate alla Metafisica, alle sperimentazioni in campo plastico, ed al realismo magico. L’estetica italiana è trattata nei termini delle soluzioni formali predominanti, approfondendo soggetti allegorici, ritratti, figure, paesaggi e nature morte. Le opere si ispirano a quelle di maestri come Giotto, Masaccio e Piero della Francesca, e agli ideali rinascimentali della bellezza, dell’equilibrio e del rigore. L’avvento delle avanguardie artistiche non segna la fine del canone classico, che resta un elemento chiave della figuratività dei primi decenni del Novecento, nonostante il concetto di estetica non sia più improntato al puro principio di bellezza. Oggetto di nuova interpretazione da parte di molti autori novecenteschi, i motivi della tradizione vengono adattati al consolidamento delle conoscenze tecniche proprio dell’epoca, nell’ambito di una produzione artistica che restituisce l’immagine di un reale stravolto e senza tempo. Con un duplice intento di innovazione e provocazione, questi artisti si soffermano sulle inquietudini dell’essere umano, insistendo sulla risonanza universale dei moti dell’animo.
La mostra si terrà fino al prossimo 5 novembre presso il Mart a Rovereto. Per tutte le info sull’evento: http://www.mart.tn.it/eternabellezza.
Clara Agostini