Con la regia di Metto Alfonso e Carlo Sciaccaluga da martedi 3 a domenica 8 Novembre, va in scena al Teatro Parioli Peppino De Filippo, “Cyrano De Bergerac” di Edmond Rostand. L’interpretazione di Cyrano viene affidata ad Antonio Zavatteri. Cast di altissimo livello composto da: Alberto Giusta, Conte De Guiche, Alice Arcuri, Rossana, Marco De Gaudio, Cristiano, Roberto Serpi, Le Bret, Cristiano Dessì, Lignière, un frate, un cadetto, Matteo Alfonso, Ragueneau, Lorenzo Terenzi, Il Visconte di Valvert, un cadetto, Sarah Pesca, Montfleury, la governante, Lisa, un cadetto, Suor Marta, Davide Gagliardini, un ladro, un cuoco, un cadetto, un sacerdote.
Rostand racconta una delle storie d’amore più emozionanti della storia del teatro.
Il Cyrano de Bergerac è un testo articolato e ingannevole, che viene considerato oggi, uno dei precursori della letteratura fantascientifica, uno dei personaggi più vivi e singolari del suo tempo.
Una storia d’amore commuovente, che vede come protagonista, un grandioso spadaccino, un eroe, un poeta frustato dall’ossessione del suo prorompente naso, che combatte per l’amore verso la cugina Rossana, ma altresì contro la società in cui vive. Il rifiuto di Cyrano di legarsi a qualcuno, continuamente in lotta, circondato da nemici, per affermare la propria libertà ed unicità, lo porta ad essere libero ma allo stesso tempo intrappolato da un dramma interiore per un amore taciuto. Testo che vede il protagonista a metà strada tra il disordine del pensiero e la fragilità dell’anima.
Il Cyrano di Antonio Zavattari mira a sottolineare la frustrazione di quella fragilità interiore, che un uomo possiede davanti a un amore quasi irraggiungibile. Fragilità che viene contrastata da una tipica forza fisica da soldato, creatore di immagini prodigiose e amante della libertà. La libertà d’essere se stessi e non diventare un “come tu mi vuoi”. Poeta anonimo che presenta la sua anima sotto le vesti di versi d’amore, amore che va al di là degli interessi passionali o emotivi.
Vediamo crescere in scena, attraverso oggetti primari una scenografia del tutto risolutiva e conforme alla pièce. Nel testo privilegia il materiale barocco che attraverso i settenari e una rima abbastanza ferrata, possiamo riscontrare la componente utopica del pensiero libertino, cosi da elogiare l’individuo e la sua libertà immaginativa e istintuale. Accorgimenti quelli dei registi che sposano una traduzione arcaica con il linguaggio poetico e musicale del teatro moderno, redendo la parola fondamentale quanto l’azione.
Teatro Parioli Peppino De Filippo
Via Giosuè Borsi 20, 00197 – Roma
Ingresso: platea 22 euro – galleria 18 euro
tel . 06 8073040
www.teatropariolipeppinodefilippo.it
Antonietta Violante