Inizierei la chiacchierata con Daniela Domenici con il suo tautogramma dedicato all’intervista. Chi sia e di cosa si occupi questa impegnata insegnante, blogger tuttofare dalla penna vivace, ce lo racconterà lei stessa. Ricordo solo il suo sito di 1025 pagine, con 500 followers iscritti, che definisce “salotto culturale on line”, le sue recensioni quale promoter di talenti ed i suoi 11 libri, l’ultimo “Le Fiabe di Nonna Daniela”, appena uscito, sottolinea quanto caro le sua questo ruolo. Una donna a tutto tondo, il cui sorriso travolgente rasserena anche gli argomenti più delicati dedicati al gender ed all’impegno civile per il tramite della cultura.
All’alba
irrompe inaspettata intervista:
sottoscritta si sorprende sempre
quando qualcuna/o
regala riconoscenza
alle attività
culturalmente curiose che
doviziosamente, didatticamente, delicatamente diffonde
sul suo sito-salotto
Daniela, una donna tuttofare: insegnante, scrittrice, editor, blogger, intellettuale, super nonna e cosa altro? come ama definirsi?
Innanzitutto La ringrazio di vero cuore per aver avuto il desiderio e l’idea di farmi un’intervista, mi fa sentire un po’ VIP…
Non amo definirmi, mi stanno strette le definizioni, amo vagare sia geograficamente (ho cambiato luoghi geografici più volte nella mia vita e non ho messo radici da nessuna parte) che con la mente, quindi adoro curiosare in ogni campo, ecco perché negli anni ho voluto mettermi alla prova in tanti settori. Mi sono laureata a Catania “da grande” (avevo già i miei tre figli) in lingua e letteratura inglese e russa, ma ho scelto di fare la docente di sostegno (e non d’inglese) per pura passione e spero di continuare per i prossimi anni.
Ho iniziato a scrivere e a pubblicare le mie opere per caso, sei anni fa, con “Fabiola storia di una trans” e non mi sono più fermata, passando dai saggi all’enigmistica, dalle filastrocche alle poesie e alle fiabe, la mia opera più recente.
Ho un mio sito che definisco “salotto culturale online con un’attenzione particolare alle donne” da cinque anni che mi dà grandi soddisfazioni e che viene letto, quotidianamente, da una media di 300/400 persone dai paesi più lontani del mondo (come si può vedere dal flag counter).
Vorrei aggiungere un’altra mia attività, sempre svolta per pura passione: la recensora teatrale e di libri. Adoro il teatro e ho cominciato, per gioco, quando ancora vivevo in Sicilia, a recensire gli spettacoli, sono stata apprezzata e da quel momento non ho più smesso, anche quando sono tornata a vivere a Firenze, entrando in punta di piedi nel mondo teatrale fiorentino. Come recensora di libri, non lo dico per vantarmi, ma perché è un dato di fatto, sono diventata top 1000 su Amazon, sia per il numero delle recensioni che per i voti ricevuti.
Faccio la correttrice di bozze ed editor da una decina di anni, sempre per passione, avendo avuto la rara fortuna di incontrare docenti che mi hanno dato delle solide basi culturali, dalle elementari al liceo, grazie alle quali, vivo di rendita.
Se posso vorrei dedicare qualche parola anche a un’altra mia passione, l’enigmistica, quella più difficile, gli schemi in bianco, alla quale ho dedicato una delle mie undici opere “Daniela l’enigmista”: mi fa rilassare da ben nove lustri e, al contempo, arricchisce la mia mente.
Sono anche, da quasi tre anni, una nonna innamorata, è un dono dell’Universo che mi emoziona in ogni momento della giornata: sono diventata nonna di due gemellini da mia figlia in quel di Genova e di quasi due…dal mio figlio minore in quel di Bari. Mio marito e io facciamo quindi i “nonni vaganti”, come amo definirci, senza dimenticare una sosta anche a Messina dove vive il nostro figlio maggiore.
La sua frenetica attività al servizio della cultura, svolta a titolo gratuito, lo sottolineiamo, è fortemente caratterizzata da una spiccata sensibilità al femminile, ce ne vuole parlare?
La ringrazio per aver voluto sottolineare la gratuità con cui svolgo da sempre ogni mia “frenetica attività al servizio della cultura”, non avrei saputo trovare una definizione più pertinente e completa della Sua. Recensioni di libri e di teatro, correzioni ed editing di bozze, traduzioni (traduco da e in inglese articoli e libri) sono sempre state fatte (e sempre lo saranno) gratuitamente, perché sono profondamente e intimamente convinta che la cultura vada condivisa, che non ci si debba rinchiudere in una torre d’avorio, ma si debba, in ogni modo e in qualunque momento, regalare gocce del proprio sapere perché “cultura è libertà”, perché, evangelicamente parlando (sono profondamente credente), i propri talenti non vanno sotterrati, ma messi a frutto, ognuno con le proprie capacità.
Da qualche anno ho deciso di focalizzare maggiormente la mia attenzione sul mondo femminile e ho quindi dato una caratterizzazione specifica sia ai saggi che ho fino a oggi pubblicato (Le sorelle di Shakespeare, Note di donne e Moderata Fonte e le altre) che al mio sito che, per questo, ha come sottotitolo “con un’attenzione alle donne”.
Da quando sono entrata in contatto col gruppo “Toponomastica femminile”, fondato dall’inesauribile e straordinaria docente romana Maria Pia Ercolini, mi si è aperto un mondo tutto da scoprire e da quel giorno provo, nel mio piccolo, a dare luce a donne dimenticate, ignorate, bistrattate in ogni campo della cultura sia italiana che mondiale sperando, così, di colmare, goccia a goccia, il “gender gap” che da sempre esiste tra il mondo maschile e quello femminile.
Nella sua lunga esperienza che bilancio fare tra difficoltà riscontrate e soddisfazioni ricevute?
La mia esperienza, a dire il vero, non è lunga in termini di anni, soltanto una decina, ma molto densa e variegata e se provo a fare un bilancio posso tranquillamente affermare che questi ultimi anni hanno portato la bilancia in positivo con tante piccole e grandi soddisfazioni che mi ripagano ampiamente degli anni precedenti, quando mi sentivo come l’Etna, pronta a esplodere, una magma incandescente che finalmente ha trovato la sua via d’uscita, è diventato lava che però non distrugge ma riscalda, spero, i cuori e le menti di coloro che si trovano, casualmente o volontariamente, a incrociare, per un attimo o più a lungo, il mio cammino.
Sabrina Cicin