La Sicilia, lo sappiamo, rappresenta il “chiodo fisso” di Dolce e Gabbana. Infatti, anche nella settimana della moda milanese – conclusasi il 25 giugno – i due stilisti hanno portato in passerella abiti maschili ispirati alle radici greche della tradizione siciliana. Fino a non molto tempo fa, la loro ricerca artistica era concentrata sul Barocco e sugli elementi della cultura popolare e religiosa dell’isola. Per l’estate 2014, invece, D&G sono andati ancora più indietro nel tempo, alla riscoperta della mitologia ellenica. I luoghi da cui è stata tratta l’ispirazione per le creazioni moda sono mitici: la Valle dei Templi di Agrigento, l’Anfiteatro di Taormina, il Tempio di Apollo di Siracusa. L’uomo che hanno fatto sfilare a Milano è la versione moderna della figura archetipica di Ulisse. Si tratta di uomo forte e sognante; un viaggiatore che è andato lontano per riscoprire se stesso e le proprie radici. L’elemento di maggiore originalità della Collezione è certamente rappresentato dalle stampe sulle magliette, i pantaloni e i pantaloncini. Le rovine dei templi di Siracusa e Segesta, le monete degli antichi coni di Catania, Siracusa, Taormina, Enna, i volti Zeus e di Apollo, sono le immagini “culto” stampate su una collezione maschile destinata a scrivere un’altra bella pagina della moda italiana. In particolare, i sovrani dell’Olimpo sono serviti per raccontare un uomo che riscopre la propria virilità. Bello come un dio ma per nulla patinato, l’uomo D&G è ancora una volta impresso nei volti di sessanta uomini siciliani, nessuno dei quali lavora come modello professionista. La scelta di far sfilare uomini della strada fa il paio con la filosofia del taglio artigianale. Un taglio sartoriale, quello targato D&G, come sempre, impeccabile. Le forme scelte insistono poi su silhoutte stretch. I tessuti sono il lino, che finalmente sta tornando di moda, e il cotone. I colori, tutti rigorosamente estivi e consoni alle calde estati del Mediterraneo, vanno dal bianco fino al beige. Degni di nota anche i sandali ispirati anch’essi ai calzari degli dei dell’antica Grecia.
Pasquale Musella