L’arte è ovunque, dentro e fuori di noi, ma non è sempre facile sensibilizzare il pubblico a considerare alcune espressioni artistiche come tali. Ne è un esempio l’arte aborigena australiana, che in “Occidente” è ancora considerata un semplice fenomeno etnografico mentre è, a tutti gli effetti, una delle espressioni attuali più brillanti. Approfondendo la conoscenza di questa forma pittorica, in particolar modo quella del Western Desert, si possono addirittura rintracciare molti punti di contatto con l’arte contemporanea e soprattutto con i contenuti metafisici di de Chirico e con la sua visione del mondo e della natura. Tutti questi imput sono contenuti nella mostra in programma al Museo Carlo Bilotti di Roma dal titolo Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana incontra de Chirico. Tra tutte le possibili sedi romane, è la più adatta in quanto custodisce ben 18 lavori del maestro di Vòlo, qui coinvolto in un inedito accostamento. L’esposizione pone in relazione un concetto tipico della tradizione aborigena australiana, dreaming o dreamtime (il tempo del sogno), con la poetica dechirichiana, evidenziata perfettamente dalle opere di Imants Tillers, uno dei più rappresentativi esponenti dell’Arte Aborigena attuale, le cui opere sono esposte nella project room. La maggior parte dei lavori proviene dalla collezione dei francesi Marc Sordello e Francis Missana e per il Museo Bilotti, nato da una donazione privata, è l’occasione perfetta per riaprire il filone sul collezionismo d’arte contemporanea inaugurato da anni con diverse mostre organizzate in passato. Tutti i dipinti sono ascrivibili alla corrente Western Desert, che raggruppa artisti provenienti dalle comunità di una zona dell’Australia grande come metà del Mar Mediterraneo (600.000 kmq) scarsamente abitata. Oltre ad essi sono presenti due artisti aborigeni di estrazione urbana, Christian Thompson e Judy Watson, che in uno stile contemporaneo trattano i temi del territorio e dell’identità. Possono dunque essere individuate due correnti, quella dei nativi che vivono ancora nel deserto e che, dagli anni Ottanta in poi, sono entrati in contatto con la comunità artistica internazionale attraverso i libri, le riviste, le visite nei musei e la frequentazione di altri artisti e quella degli aborigeni che vivono in città, educati nelle scuole e nelle università ma che hanno mantenuto contatti con la cultura dei nativi. È dunque questa una “corrente” che afferma valori ancestrali e antichi ma al contempo funziona alla perfezione come polso dei cambiamenti del mondo. Una mostra tra le più interessanti dell’anno, che vale la pena davvero di visitare per arricchire il proprio bagaglio spirituale.
Box informazioni:
Dreamings. L’Arte Aborigena Australiana incontra de Chirico
Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese (Viale Fiorello La Guardia – Roma)
dal 4 luglio al 2 novembre 2014
info: 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)