EBRAICITA’ AL FEMMINILE. Otto artiste del Novecento.Il lato nascosto di una cultura millenaria

zSarà un’estate di grande cultura in molte città d’Italia, che offrirà la possibilità ai turisti stranieri e italiani, ma anche a chi sarà costretto a rimanere a casa, la possibilità di coniugare vacanze e cultura. Tra le tante manifestazioni disseminate su tutto il territorio nazionale, spicca in maniera particolare quella in programma dal 31 agosto al 13 ottobre, nelle sale del Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova. L’Amministrazione comunale della città veneta, insieme alla Comunità Ebraica di Padova, ha dunque organizzato un’esposizione che omaggia la grande tradizione femminile all’interno della cultura ebraica, proponendo al contempo una riflessione più ampia sull’identità di genere e sull’importanza della comunità, da anni radicata nel tessuto sociale padovano. La mostra è imperniata sulla figura della grande Antonietta Raphaël, intorno alla quale ruotano le esperienze di altre sette artiste ebree, delineando una storia dell’arte italiana in ottica femminile e più specificamente ebraica. Ma si tratta anche dello straordinario racconto di come una condizione di forte minorità si sia trasformata in grande occasione di libertà creativa, finendo per elevare le esistenze delle protagoniste e della nostra storia culturale. Le grandi gesta di Modigliani o Cagli sono da sempre studiate e analizzate, ma artiste come la Rapaël stessa o la Pincherle e in generale tutto il mondo artistico femminile, in particolare quello ebraico, hanno avuto scarsa risonanza. Esse hanno subito una doppia discriminazione: la prima, dovuta alla condizione sociale della donna, che le ha sempre relegate in secondo piano nel pregiudizio che solo agli uomini appartenga la vera professionalità; d’altro canto il loro ruolo all’interno della comunità ebraica le ha defilate sulla scena sociale, a scapito di quella familiare. Ma il pregiudizio e l’ignoranza non vietarono mai loro di partecipare a molte e importanti attività culturali e di primo piano nella storia del Paese, anche in ossequio a uno dei precetti fondamentali della cultura ebraica che vuole la cultura al centro della formazione individuale e collettiva. Ne è un esempio lampante Margherita Sarfatti, che già all’inizio del ‘900 leggeva i classici della letteratura europea in lingua originale e che diventerà un’apprezzata giornalista d’arte e regista di primo piano (mal sopportata dal Regime) nel panorama artistico italiano. Il plurilinguismo e il multiculturalismo sono capisaldi di una cultura aperta e libera dal pregiudizio e contraddistinsero la vita e l’opera di Antonietta Raphaël, pittrice e scultrice, protagonista della Scuola Romana di Via Cavour, così come le esperienze di Alis Levi, romantica e affascinante e Gabriella Oreffice, più intima e familiare. Tutte queste grandi interpreti sono accumunate, come spesso accadeva nella comunità ebraica, dall’appartenenza a una classe sociale elevata e ad un’elite culturale, grazie alla quale hanno prodotto un’arte diversificata: una più mediterranea e legata alla tradizione e al mito italici e un’altra più attenta alle avanguardie europee più importanti. Fondendo pubblico e privato, dimensione religiosa e nazionale, queste grandi artiste hanno saputo creare un movimento strettamente legato a quelli che stavano nascendo in tutto il mondo. Una grande mostra, che svela un aspetto inusitato di una cultura ricchissima e millenaria. 

 Box informazioni:

EBRAICITA’ AL FEMMINILE. Otto artiste del Novecento

Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano

dal 31 agosto al 13 ottobre 2013

Servizio mostre del Settore Attività Culturali

049 8204529       donolatol@comune.padova.it

Patrizio Pitzalis

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